Regia di Federico Fellini vedi scheda film
VOTO 10/10 Bellissimo ritratto di donna sconfitta dalla crudeltà della vita ma che riesce, nonostante tutto, ad andare avanti e a riconciliarsi col mondo che la circonda grazie alla forza di un sorriso. E' il punto culminante della prima fase registica di Fellini, quella maggiormente influenzata dal Neorealismo, vincitore di un Oscar per il miglior film straniero e accolto da un grande successo in tutto il mondo. Il personaggio della prostituta dal cuore d'oro che deve subire le angherie di uomini malintenzionati è disegnato con maestria e interpretato splendidamente: l'attrice vi trova un'occasione irripetibile, ancor più preziosa rispetto alla Gelsomina della Strada, tanto che si può ragionevolmente supporre che si tratti di una delle più memorabili performance della storia del cinema italiano, e comunque la preferita dalla stessa Masina. L'ambiente degradato delle borgate romane è descritto in maniera attendibile, grazie anche alla collaborazione in sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini (e non mi sembra che vi sia un certo stridore fra lo stile dei due maestri, come qualcuno ha sostenuto; anzi, lo stile di Fellini ne guadagna in concretezza e in veracità). Memorabili gli episodi del pellegrinaggio al Divino Amore, con taglienti notazioni satiriche sulla superficialità di un certo culto popolare che torneranno nella Dolce vita, nonchè la nottata in compagnia di un attore bizzoso, dove Amedeo Nazzari rifà amabilmente se stesso, e molto emozionante il finale, forse un omaggio al Chaplin di Tempi moderni, in cui Cabiria incontra di notte su una stradina solitaria una comitiva di ragazzi che le ridà infine il sorriso, accompagnato dalle struggenti musiche di Nino Rota. E' un film pieno di umanità, di commozione, di simpatia per gli esseri umani. Ammirato all'epoca, fra i tanti, da Andrè Bazin e Francois Truffaut. Bazin, in particolare, scrisse che "Fellini, per la prima volta, ha saputo cucire una sceneggiatura con mano da maestro, un'azione senza pecche, senza ripetizioni e senza lacune (...) Le notti di Cabiria sono la storia di un'ascesi, di una depurazione e, in qualsiasi senso la si intenda, di una salvezza. La bellezza e il rigore della sua costruzione derivano stavolta dalla perfetta economia degli episodi. Ognuno di essi, come ho detto prima, esiste da e per se stesso, nella sua singolarità e nel carattere pittoresco dei suoi avvenimenti, ma partecipa stavolta di un ordine che fa sempre apparire, successivamente, la sua assoluta necessità". Per fortuna, nell'edizione in DVD della Criterion è stato reintegrato l'episodio di circa 8 minuti del benefattore che distribuisce beni di prima necessità ai poveri e a cui Cabiria rivela il suo vero nome, tagliato da Fellini su pressioni della Chiesa, che risulta essenziale nel cammino della protagonista verso la Grazia e la Salvezza di cui parlava Bazin.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta