J.P. MELVILLE
In una giornata grigia ed uggiosa, quattro uomini armati fanno irruzione in una banca di una località di mare nel nord ovest della Francia; nella concitata colluttazione con il personale e la clientela, uno dei quattro viene ferito, ma i malviventi riescono comunque a dileguarsi, simulando un viaggio via treno dopo essersi disfatti dell'automobile usata per il colpo. Il denaro viene nascosto e sepolto in campagna, dovendo servire come base finanziaria per un secondo e ben più ambizioso colpo da eseguirsi in seguito.
Intanto conosciamo i nomi dei tre superstiti, dopo che il ferito, pur curato, vien poi eliminato in quanto rintracciato dallo zelante commissario Coleman (Alain Delon): tra questi spicca Simon (Richard Crenna), che ufficialmente dirige un nightclub e ha come amante la splendida Cathy (Catherine Deneuve), che tuttavia frequenta anche segretamente lo stesso Coleman.
La pericolosa liaison sentimentale con al centro la donna, darà vita ad una resa dei conti spietata con tanto di fredda esecuzione sul freddo asfalto.
Ultimo noir ed ultima avventura cinematografica del grande regista Jean-Pierre Melville, che dà vita ad un polar crepuscolare cupo e senza speranza, valorizzato da un cast di grandi nomi, tutti convincenti e perfetti nei rispettivi ruoli (cito ancora il mai troppo lodato Riccardo Cucciolla, qui nel ruolo del gangster Paul Weber). Un film che lasciò freddi pubblico e critica, ma che riuscì a guadagnarsi la fama dei più acclamati capolavori del grande maestro solo, solo anni dopo la sua uscita in sala.
Un film in cui, più che l'azione, sono gli sguardi e le psicologie e fare la differenza, e nel quale a riscrivere la parola fine ad una vicenda tortuosa e complessa, finisce per avere la parte discriminante fondamentale l'elemento emozionale, che interviene a sorpresa a tradire e far naufragare anche la più precisa e studiata delle strategie.
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