Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
"noir" vecchio stampo
Rapina in banca come preludio ad un colpo ancora più grosso, con tutti gli sviluppi del caso e un torbito triangolo amoroso,ad opera di quattro individui"insospettabili" Critica tiepida all'uscita del film ,nel lontano 1972,rivalutato recentemente,ha sempre diviso,nettamente, l'opinione degli spettatori.Ritmo lento,sceneggiatura sobria,noir vecchia maniera, l’atmosfera è malinconica e decadente,i colori crepuscolareggianti.Tutti i personaggi sono freddi, apatici, anaffettivi.La visione del mondo secondo la prospettiva di "Melville" è desolante,pessimista e disillusa come il suo commissario,difficile anche distinguere i buoni dai cattivi.Gli sguardi e la messa in scena,gli zoom e le panoramiche ondeggianti, dovrebbero sublimare l'essenzialità dei dialoghi, privi di qualsiasi enfasi e conditi da una parsimoniosa colonna sonora,tuttavia la narrazione con queste modalità, risulta un pò pesante e di maniera, la stessa recitazione di Delon e di Deneve,ridotta all'osso dell'espressività,francamente suscita qualche perplessità.D'altronde la cifra artistica di questo cineasta stava proprio nella sua regia misurata,elegante ma priva di orpelli e scevra da qualsiasi ingombro di spettacolarizzazione.
Bella e intensa la citazione sui sentimenti che suscita lo sbirro nella gente comune:"ambiguità o derisione" Espressione di tutto il cinico disincanto di un poliziotto che svolge il suo lavoro,come sospeso in una specie di "trance"un impiegato alla catena di montaggio, che svolge il suo incarico senza alcuna passione.
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