Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
Durante una bufera di vento e pioggia quattro uomini maturi compiono una rapina, Marc rimane ferito e in seguito morirà. Gli altri componenti sono Paul, un ex impiegato di banca licenziato per riduzione del personale, Louis Costa e il capo Simon proprietario di un locale notturno. Il commissario Edouard Coleman è amico di Simon e ha una relazione segreta con la donna di lui, Cathy. Dopo averlo visto all’opera in alcuni piccoli casi di routine, Coleman riceve informazioni da un confidente trans su uno scambio di valige che avverrà sul treno Parigi-Bordeaux. Dietro il colpo che avrà come vittima inconsapevole l’esperto Mathieu “la valigia” ci sono Simon, Paul e Louis che con un’operazione spettacolare e raffinata moltiplicheranno il loro bottino di partenza. La faranno franca mandando all’aria il blitz della polizia. Ma come dice Edouard all’assistente Morand se non è una telefonata o una lettera anonima è la provvidenza ad aiutare i poliziotti. Infatti la scoperta dell’identità di Marc Albois (il componente della banda ferito spacciato per Smith e morto in ospedale) porterà dritti dritti ai tre rapinatori. Fine dolorosa per tutti. NOTTE SULLA CITTA’ – UN FLIC non è il capolavoro di Jean-Pierre Melville, il “Kierkegaard del Polar”, come lo erano stati LO SPIONE e LE SAMOURAI. Ha però numerose scene degne di nota e una bellissima sequenza iniziale ambientata nella località marittima di St. Jean de Monts: strade deserte e invernali, mare in tempesta, un gabbiano che vola controvento, onde che si infrangono su un faro e una sperduta filiale di una banca di Parigi. Il commissario dai metodi spicci e dagli occhi azzurri di Alain Delon. Superbo. Poliziotto scettico sul suo mestiere, “in fondo i soli sentimenti che un uomo abbia mai ispirato a un poliziotto sono l’ambiguità e la derisione”. La folgorante apparizione di Catherine Deneuve. Uno splendore. Donna di due uomini, infermiera letale, smarrita e ferita in conclusione. Polar di poche parole e di molti sguardi, occhiate e silenzi eloquenti. Valga per tutti il personaggio sconfitto del bravo Riccardo Cucciola. Sulla prova di Richard Crenna si può anche soprassedere, significative invece le musiche di Michel Colombier e Charles Aznavour. Bello il finale in cui Melville chiude il cerchio della storia con una chiosa coerente e disincantata come la filosofia del suo cinema e dei suoi personaggi. “Non pensa di aver sparato troppo presto?”, chiede l’assistente Morand. “Non credevo che si sarebbe ucciso, lui”, risponde Coleman. L’ambiguità e la derisione.
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