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L'altra faccia del diavolo

Regia di William Brent Bell vedi scheda film

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La recensione su L'altra faccia del diavolo

di rflannery
3 stelle

Fiacchissimo horror demoniaco disturbante l'intelligenza dello spettatore per le stupidaggini dell'assunto iniziale più che per le sequenze, mediamente cruente e comunque già viste. Andiamo con ordine: stilisticamente e concettualmente il film si inserisce nella moda degli horror in soggettiva, inaugurata nel 2007 dal successo clamoroso di Paranormal Activity ma già battuta alla fine degli anni 90 da un film assai discutibile come The Blair Witch Project. Allora il successo era dovuto più che altro alla novità della messinscena, striminzita ed elementare, e a un uso aggressivo della macchina da presa e del montaggio. Anni dopo, esaurito il filone del “torture porn” con Saw e Hostel, la moda viene riproposta. L'idea è quella del punto di vista apparentemente oggettivo su uno squarcio di vicenda da brividi che viene spacciata per vera. Idea nel contempo semplice e truffaldina: in realtà di vero non c'è un bel niente nonostante didascalie a inizio film e spesso interviste a registi e attori si impegnino ad affermare il contrario. Così, tanti horror di questo tipo, dal budget ridicolo e dalla tecnica spesso traballante sono stati realizzati negli ultimi anni: Rec e il suo sequel, ESP- Fenomeni paranormaliIl quarto tipo e ben due sequel di Paranormal Activity (e un quarto episodio in arrivo nell’autunno 2012). I risultati, eccezion fatta per il primo Paranormal e il primo Rec, tecnicamente girati con intelligenza, hanno lasciato ben poco allo spettatore se non una sensazione di già visto. ,L'altra faccia del diavolo è il peggiore del genere: la storia, sbocconcellata, prende le mosse da un videotape della fine degli anni 80, reperto della polizia, che riprende la scena del crimine. Due religiosi e una suora vengono trucidati durante il tentativo di esorcizzare una donna, Maria Rossi, poi in tutta fretta fatta rinchiudere dal Vaticano al Centrino, un ospedale psichiatrico romano. Per capire bene la vicenda, anni dopo, la figlia Isabella si mette sulle tracce della madre accompagnata da un cameraman che vorrebbe raccogliere materiale per un documentario. La confezione è sciatta, la recitazione così così, i colpi di scena ampiamente previsti. La regia di William Brent Bell è debole e piatta e il segno maggiore di questa debolezza sta nel nascondersi dietro tanti, troppi punti di vista: la camera fissa della stanza dell'ospedale, la camera a mano dell'operatore, la camera del regista. Troppi punti di vista che si sovrappongono e rendono artificiosa la visione. Il colmo si raggiunge con il doppiaggio che gestisce malissimo le doppie e triple e quadruple voci delle varie possedute e che rende ancora più indigesta l'operazione. Fin qui, un giudizio sul comparto tecnico ampiamente insufficiente. Dal punto di vista delle velleità di denuncia contro le istituzioni religiose il film è un autentico “scult”. Ad aiutare l'impavida e, a dirla tutta, un po' fessa protagonista sono infatti due preti che la ragazza incontra e conosce in una scuola vaticana per esorcisti a cui si accede, pare, liberamente. I due preti sono singolari: criticano duramente la Chiesa e il vescovo che non vuole mai riceverli, ammettono di aver trovato nel mondo più prove dell'esistenza del diavolo che non quelle di Dio, praticano gli esorcismi ma in forma privata perché, per loro stessa ammissione, la Chiesa ha da tempo rinunciato ad occuparsi delle anime perdute. E così i due eroi, in solitudine e rischiando la scomunica (uno di loro parla perfino di “deportazione” che potrebbero subire se scoperti dal “potere Vaticano”), aiutano la donna che la Chiesa ha abbandonato a se stessa. Baggianate di quarta categoria che suonano grottesche nella didascalia con cui si apre il film e che fa una luce su un'altra verità scomoda della Chiesa. Il Vaticano infatti non ha concesso l'autorizzazione per la realizzazione del film dissociandosene totalmente. E meno male! A dissociarsene ora saranno i fan degli horror demoniaci veri, come i memorabili L'esorcista e L'esorcismo di Emily Rose: film di paura seri, rispettosi e, soprattutto nel secondo caso, autenticamente religiosi, lontani da quelle barzellette di cattivo gusto e dal fiato corto come sembrano tanto questi horror piccoli piccoli che hanno poco da dire e meno da mostrare.

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