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L'altra faccia del diavolo

Regia di William Brent Bell vedi scheda film

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La recensione su L'altra faccia del diavolo

di alan smithee
4 stelle

Avendo in casa da un po' di tempo due film sull'esorcismo da affrontare (Il rito e L'ultimo esorcismo), mi son detto: facciamo la trilogia e cominciamo a vedere l'ennesimo mockumentary degli ultimi anni al cinema. Non che fossi particolarmente predisposto o benevolente nei confronti di un genere che a mio avviso ha gia' subito e contaminato troppi generi ed e' stato sviluppato gia' sin troppo e con risultati spesso deludenti o artificiosi; pero' a volte affrontare film accomunati da un genere o da uno stile puo' risultare interessante e dunque, anche grazie al fatto che l'offerta della programmazione di provincia non offriva nulla di particolarmente stimolante, mi sono lasciato spingere da questa tentazione.
La mia titubanza si e' rivelata presto giustificata: il film inizia con una drammatico fatto di cronaca dell'89 in cui una certa Maria Rossi (probabilmente la moglie complessata e dunque scappata all'estero del Sig Rossi, l'italiano medio per eccellenza, uomo comune e senza doti preso di mira in ogni statistica e indagine conoscitiva) commette una strage durante un'esorcismo in cui lei era la vittima da curare; vent'anni piu' tardi la giovane figlia americana decide di andare in Italia, a Roma, a far visita alla madre, per tutti quegli anni ricoverata chissa' perche' in una clinica specializzata in malattie mentali (L'ospedale "Centrino"...sisi, incredibile ma e' cosi' disarmante l'ingenua puerilita' statinitense...neanche la Cornwell ha raggiunto apici di involontaria comicita' affibbiando il cognome "Scarpetta" alla sua italica tosta eroina). Desiderosa di capire se davvero la madre e' pazza o se invece era posseduta dal demonio, la giovane decide (sai che novita') di documentare tutto quando in un video. Da quel momento la regia si identifica nella macchina da presa a spalla dell'operatore, che ovviamente da quel momento decidera' di averla sempre accesa, anche nelle occasioni da turismo di circostanza in cui i due passano in macchina davanti al Colosseo e a Piazza San Pietro. Nella capitale la ragazza si documenta ed incontra due giovani preti, esorcisti di straforo, che convince ad interessarsi al caso della madre. Vuoi dunque che i due intrepidi ecclesiastici non la facciano assistere alle contorsioni di un esorcismo dimostrativo in una cantina di una casa romana (ma tutti a Roma stanno gli indemoniati?) Vuoi che i tre (piu' l'operatore quattro) non vengano accolti a porte aperte al Centrino per assitere alle ire della Maria Rossi incazzata nera? Vuoi che il diavolo non si trasferisca su uno dei due preti che intanto va a battezzare un neonato e lo fa cosi' bene da immergerlo molto intensamente (ed integralmente) nella fonte battesimale da impartirgli quasi contemporaneamente l'estrema unzione? 
Il realismo delle scene genera a volte, devo ammetterlo, scene impressionanti e spaventevoli, ma quello che trovo insopportabile e' la sottostante presa per i fondelli che risulterebbe forse un po' piu' digeribile con un piccolo sottofondo di ironia che qui, mi sa, si fa molta fatica a trovare, sommersi come si e' da un mero calcolo economico/commerciale, un amo ammaliante lasciato in bella vista affinchè noi poveri pesciolini ingenui saliamo a galla ad abboccare.

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