Regia di William Brent Bell vedi scheda film
L'altra faccia del diavolo, o piuttosto del buon gusto. Dai produttori di paranormal activity non ci si poteva aspettare granché, dopotutto, anche se, a dire il vero, qualche pallida aspettativa i vari trailer erano riusciti a crearla, almeno a me. Mai errore fu più funesto! Nell'era dei film "fai da te", delle pellicole a costo zero e dall'incasso facile, l'horror ha fagocitato le strutture narrative del mockumentary: una telecamera riprende le vicende con la pretestuosa intenzione di farle credere reali o, quantomeno, credibili. Ecco allora case stregate, ospedali psichiatrici, città popolate da zombie e, in questo caso, la storia di una donna americana posseduta dai demoni: come le nefandezze sopra citate ci hanno ormai dimostrato, in questo genere di prodotti la storia è pressoché inesistente ed il ritmo narrativo assente, o quando va bene, altalenante. L'altra faccia del diavolo segue il trend negativo e ci presenta una certa Maria Rossi, ex assassina psicopatica ora internata al Centrino di Roma la cui anima si presume sia posseduta dalle forze del male. La figlia, ormai grande, lascia l'America per andarla a trovare e cercare di capirci qualcosa: tempo due giorni e ha già socializzato con due preti "progressisti" e aitanti esorcisti, convincendolia tentare il rito sull'anima perduta della madre. Ovviamente, tra descrizioni pseudo scientifiche del rituale religioso e soporiferi dialoghi non sense, si arriva ai momenti clou della pellicola: l'esorcismo di una certa Rosa che ci ricorda le tensioni muscolari di Emily Rose e ci fa rimpiangere le frasi oscene ben più credibili di Linda Blair, e quello ben più arduo della sopra citata Maria Rossi. Ben pochi effetti speciali, paura inesistente e tanta comicità: voci infantili che si prendono in giro da sole e urla smodatamente artificiali. Ma la cosa più grave è senza dubbio la pessima sceneggiatura: buchi narrativi e vicende lasciate a se stesse sono solo alcune delle pecche di un film coraggiosamente deprimente. Come sono finiti gli esorcismi? Chi sono i preti protagonisti della storia? Perchè la figlia vuole girare un film sulla madre? Non ci è dato saperlo e, stando al risultato, forse è stato meglio così. Per non parlare,poi del finale: con un'impennata narrativa assolutamente sconclusionata, in men che non si dica si passa dalla rappresentazione di un caso clinico alla possessione progressiva di tre dei restanti quattro attori! Un volo pindarico al contrario che lascia attoniti per la mancanza di originalità: ecco che il film, finalmente, si rivela per quel che è ovvero uan boiata pazzesca adatta soltanto a ragazzini in pieno furor adolescenziale. 83 minuti di noia e delusione, con la fastidiosa sensazione di sentirsi assolutamente fuori luogo: un'orda di adolescenti ha accompagnato le scene "forti" del film con schiamazzi e grasse risate... La cosa buffa è che, stando ai commenti lasciati a caldo in sala, anche a loro ha fatto schifo. Eppure, mi dico: paranormal activity è peggio così come lo è Esp. Perché tanto disgusto? Che sia perché non se può davvero più di esser presi in giro?Voto: 2/3.
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