Regia di Raoul Walsh vedi scheda film
Western nella cui struttura si inserisce la psicoanalisi: il trauma infantile, rappresentato dagli speroni visti ad altezza di occhi da un sottoscala, la perdita dei genitori e la loro sostituzione con una donna virago, ma anche l'attrazione fisica e l'attenzione amorosa, a lungo represse, per la sorella o presunta tale. È forse sorprendente che a dare questa interpretazione di un genere fatto soprattutto di cavalli, cappelli, stivali e pistole sia Raoul Walsh, uno degli autori che aveva contribuito a stabilire i canoni del western classico. Anche depurandolo dei suoi elementi psicoanalitici, Notte senza fine funziona proprio in quanto western, nonostante che tutto sia preordinato ad un lieto fine questo sì molto classico, raggiunto mediante l'eliminazione dei «cattivi» e la ricostituzione della coppia di bravi ragazzi, destinati a vivere felici e contenti.
Ottima la presenza scenica di Robert Mitchum.
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