Regia di Mario Imperoli vedi scheda film
Poliziesco datato, inserito nel contesto di faide mafiose così come in realtà esse hanno avuto origine, come guerre tra famiglie di pastori (e tutt'oggi è ancora tra questa gente che la Stidda o Cosa Nostra affondano le loro radici). E' un film di mafia dunque, probabilmente meglio collocabile nel genere drammatico, che si avvale di un cast di attori non particolarmente dotati ed è costruito in maniera tutto sommato superficiale. Mancano alcuni ingredienti che potevano dare al film un valore aggiunto determinante. Non c'è approfondimento psicologico dei personaggio, nè analisi storica del fenomeno mafioso e manca persino il ritmo laddove tempistiche diverse o qualche sparatoria in più avrebbero aiutato a movimentare l'azione che di fatto invece è relegata quasi interamente alla sparatoria finale. La storia sentimentale che si intreccia con la vendetta di mafia è anch'essa rappresentata in maniera molto superficiale ed i dialoghi non aiutano in tal senso. La presenza di scene di nudo in un contesto molto lontano dalla libertà sessuale suggerisce una certa propensione del regista nei confronti del genere pecoreccio (al quale, del resto, si dedicherà) piuttosto che un tentativo di adesione alla verità e plausibilità storica.
Si sente un'eco di De André e poco altro di significativo.
Apprezzabile l'impegno e l'uso disinvolto della cinepresa ma tutto sommato non convince.
Ha il volto giusto per il ruolo e sicuramente non gioca molto con le espressioni.
Bella e, se vogliamo, anche discreta a recitare.
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