Regia di Craig Lucas vedi scheda film
Di famiglie disfunzionali, il cinema - soprattuto quello indipendente - ne ha viste di tutti i colori. Quella di questo "Birds of America" non aggiunge nulla di nuovo al panorama: genitori morti troppo presto, un primogenito chioccia, una sorella libertina e sentimentalmente incasinata ed un fratello più piccolo alla costante ricerca di sé stesso. Inevitabile che la vita dissipata dei due più giovani vada a ripercuotersi su quella morigerata del più grande, schiavo a suo modo di uno stile di vita ipocrita, suscettibile al giudizio altrui, in particolare degli insopportabili vicini di casa. Esordio freddino per Craig Lucas, il suo spaccato di american life è più sincero di altri ma appare frenato, privo del giusto mordente per lasciare il segno. Gli spunti ci sono ma tematiche come incomunicabilità, pregiudizio e valori familiari sono affrontati troppo timidamente e presto il regista perde il controllo del soggetto abbandonandosi a scelte di registro discutibili e prevedibili come quella della sequenza in montaggio alternato in cui le strade dei tre fratelli vanno non solo ad incrociarsi ma letteralmente a scontrarsi. Discreta la scelta di casting nonostante il solito over acting di Ben Foster e lo spreco di una presenza di lusso come Hilary Swank. Matthew Perry - il mitico Chandler di "Friends" - è qui protagonista abbastanza centrato ma al cinema continua ad essergli negata la possibilità che merita.
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