Regia di Bryan Singer vedi scheda film
Passabile, ma nulla più. Forse non mi è del tutto dispiaciuto e sono giunto a promuoverlo per il semplice fatto di avere avuto una limitata aspettativa e di non averlo visto al cinema pagando il biglietto. Infatti, a voler essere sincero, devo ammettere che il suo parziale insuccesso al botteghino non mi sorprende. È vero che la qualità non sempre si misura in termini di incassi e che qui si è inoltre avuto il coraggio dell'assenza di grandi nomi alias specchietti per le allodole. Tuttavia credo che, se il risultato fosse davvero stato buono, un minimo di passaparola positivo non sarebbe comunque mancato.
L'intreccio trae spunto da due fiabe, Jack the Giant Killer e Jack and the Beanstalk. Io conosco solo quella intitolata Jack e il fagiolo magico, nei confronti della quale posso testimoniare quanto questa presunta trasposizione si dimostri abbastanza "libera" (eufemismo). Peccato che all'originalità negli intenti corrisponda, purtroppo, un'assoluta convenzionalità nella realizzazione effettiva. Sostanzialmente prevedibile in quasi ogni suo aspetto, l'approdo è scontato o approssimativo. L'inizio sarebbe anche promettente, ma si scade gradualmente in una sezione centrale che stenta e soffre per le sue debolezze, sino a una conclusione che conferma il triste verdetto.
Ai personaggi non ci si affeziona. Si rimane distanti e disinteressati alla loro sorte. La colpa è del mancato approfondimento delle loro personalità, abbandonate al loro destino, secondo il canovaccio dei più classici stereotipi. I giovani protagonisti, Nicholas Hoult (Jack) ed Eleanor Tomlinson (Isabelle), ne rimangono ovviamente vittime. Al pari del qui svogliato Ian McShane (Re Brahmwell). Gli unici un poco incisivi sono Ewan McGregor (Elmont) e Stanley Tucci (Lord Roderick), sebbene sacrificati e non nelle condizioni di potersi esprimere al loro meglio.
Nonostante gli innegabili difetti, l'intrattenimento è però conseguito e la noia miracolosamente scongiurata. Merito senza dubbio dell'impeccabile colonna sonora, alla quale si deve gran parte del coinvolgimento. Persino i tanto vituperati effetti speciali non mi sono sembrati male (inganno dei nostri piccoli televisori rispetto ai grandi schermi delle sale?). Magari invece sono io a non essere abbastanza obiettivo, perché i verdi paesaggi, le incantevoli atmosfere e i fantastici racconti inglesi esercitano su di me un irresistibile fascino...
Inviato al mercato a vendere un cavallo, Jack torna a casa con una manciata di fagioli, che vengono gettati via dallo zio. Nella notte giunge la principessa Isabelle, in fuga per evitare di sposare Roderick, il quale è interessato solo a diventare Re. Ma i fagioli attecchiscono con una pianta gigante, che porta via la principessa e la casa di Jack. Quest'ultimo si unirà dunque alle guardie reali nella missione per cercare di salvare la figlia del sovrano, scoprendo così che la mitica terra dei Giganti esiste davvero.
Con una sceneggiatura all'altezza avrebbe facilmente fatto faville. Invece rimane assai lontano dal suo miglior film.
Il giovane contadino Jack.
La principessa Isabelle.
Elmont, il capitano delle guardie del Re.
Lord Roderick.
Re Brahmwell.
La testa più grande del generale Fallon a capo dei Giganti.
Un John Ottman particolarmente ispirato offre il vero trasporto emotivo. Senza le sue musiche ad accompagnare le immagini, un lavoro che a tratti si rivela alquanto efficace, l'opera avrebbe smarrito ogni suo obiettivo.
La scrittura è migliorabile, nella trama e nelle caratterizzazioni.
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