Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Il pluripremiato regista italo-turco Ferzan Ozpetek dirige una commedia favolistica in cui la fanno da padrone i sentimenti e la settima arte, anche se le invenzioni di scena o i momenti realmente poetici o visionari scarseggiano, compensati da una sottile linea gialla e drammatica che strizza l’occhio alla storia accennando, in maniera piuttosto vaga, alle persecuzioni ideologiche e culturali di epoca fascista.
Pietro, giovane pasticcere dalla confusa vita sentimentale e aspirante attore, inseguendo il sogno di recitare si trasferisce a Roma, dove va ad abitare in un grande e antico appartamento. Ben presto scopre di non essere il solo inquilino ma di dover dividere la dimora con un gruppo di spiriti di teatranti in cerca di verità e libertà. La convivenza paranormale si rivelerà un’esperienza illuminante.
Nel cast assortito che attinge a cinema e televisione, Puccini, Fiorello, Buy, Minaccioni, Bosca, cui si aggiunge la grande Anna Proclemer, nella sua ultima interpretazione cinematografica, il gettonatissimo Elio Germano ricopre il ruolo di protagonista, reggendo con sobrietà e leggerezza un ruolo delicato e ironico.
La sostanziale bravura degli interpreti non riesce a sopperire ad una discontinuità narrativa che diventa un po’ critica nella parte centrale, in cui gli svariati personaggi e toni narrativi si intrecciano in maniera poco fluida e suggestivo, annacquando l’intento emozionale di coniugare presente e passato e di omaggiare la finzione, l’eleganza e la magia del mondo del teatro retrò, riscattandosi parzialmente nel finale che tuttavia non riesce a convincere fino in fondo nella sua ambizione.
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