Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Pietro è un aspirante attore catanese che va a vivere a Roma, in una casa attorno alla quale girano tante voci. Qui scoprirà che l’abitazione è infestata da presenze apparentemente inquietanti, ma sostanzialmente innocue. Ma chi sono, e soprattutto, cosa vogliono quelle 8 misteriose entità? Insolita commedia “soprannaturale” firmata da Ozpetek, che è una metafora del rapporto tra reale e finzione (ma anche tra menzogna e verità, trucco e naturalezza) con evidenti riferimenti alla recitazione del proprio ruolo sociale rispetto alla propria natura. Numerose le sottotracce messe in atto dalla sceneggiatura, con il dubbio, svelato soltanto nel finale, che le presenze in casa siano fantasmi o semplici muse ispiratrici che aiutano Pietro (Elio Germano) a migliorare la sua esistenza solitaria e a tratti penosa. Per quanto sembri un film atipico rispetto alla sua usuale poetica, anche in “Magnifica presenza” ritornano numerose costanti del cinema di Ferzan Ozpetek: l’impostazione corale (Pietro sembra solo ma ben presto arrivano 8 entità – tra cui ci sono i volti di Puccini, Buy e Beppe Fiorello), i riferimenti al periodo nazista, l’omosessualità, la caducità della condizione umana, finanche l’importanza della pasticceria nella vita quotidiana... Un’opera ambiziosa, complicata ed al limite del cervellotico, in cui viste le numerose venature presenti non è difficile trovare una propria, personale interpretazione al dipanarsi delle vicende. Che non è detto che sia quella giusta, però…
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