Il riccastro Tony Ardenghi (Sabagh) ne fa di tutti i colori con gli amici Rico (La Torre) e Silvia (Grapputo): rapine, sequestri, omicidi. Per incastrarli il commissario Muzi (Carlini) prima usa come esca la collega Germana (Senatore) poi va a letto con Silvia.
Suggestivo, potente e ritmato noir italiano vagamente ispirato ai fatti del Circeo (29/30 settembre, 1975), ma soprattutto condizionato, per contenuto "sex & violence", anche dall'Arancia meccanica di Kubrick. Un esemplare unico, per insistenza su elementi exploitation e sexploitation, a tutto danno della dietrologia sociologica e politica.
Roma. Una rapina allo stadio finisce tragicamente per una guardia giurata, uccisa a sangue freddo da tre malviventi. Come conseguenza di questo brutale crimine, la giovane moglie della vittima, incinta di quattro mesi, per disperazione si getta dall'alto di un palazzo. Al commissario Muzzi (Piero Santi) tocca indagare, quando presto i malviventi danno di nuovo un loro triste segnale,… leggi tutto
Qualcosa si può rimproverare a questo film. I tempi non sono gestiti in maniera ottimale e spesso ci sono pause morte che danneggiano la fruibilità, inoltre gli attori non spiccano per capacità recitative fatte salve alcune riserve. Di contro però va apprezzata l'idea, che si rivelerà vincente in molti altri film successivi, di trasformare dei ricchi e viziati figli di papà in feroci e… leggi tutto
La principale fonte di ispirazione per questa pellicola è il cosiddetto massacro del Circeo, triste fatto di cronaca accaduto qualche mese prima e che vide protagonisti tre ragazzi di 'famiglie bene' romane improvvisamente trasformatisi in carnefici senza coscienza; sulla scia della scossa impressa nell'opinione popolare da quella tragedia, Piero Regnoli e il regista Mario Imperoli imbastiscono… leggi tutto
Roma. Una rapina allo stadio finisce tragicamente per una guardia giurata, uccisa a sangue freddo da tre malviventi. Come conseguenza di questo brutale crimine, la giovane moglie della vittima, incinta di quattro mesi, per disperazione si getta dall'alto di un palazzo. Al commissario Muzzi (Piero Santi) tocca indagare, quando presto i malviventi danno di nuovo un loro triste segnale,…
Roma bene a mano armata. Sì, l'altra faccia, quella dei ragazzi agiati, di buona famiglia, che si sollazzano spargendo crimini qua e là. Si va però decisamente oltre, mettendo da parte la credibilità. C'è persino una ragazza nella banda. Il risvolto psicologico relativo a uno dei personaggi può spiegare solo in parte. Il finale è beffardamente…
Imperoli personaggio interessante e' morto giovane e non e' nessuno quando dirige i film con Gloria Guida nella prima meta' del decennio,ma passando alla categoria del noir,qui e in "canne Mozze",dimostra di saperci fare ed e' uno che non teme di spingersi oltre.Il film rispecchia in maniera cupa quelli che furono gli anni di piombo nel nostro paese con alcuni riferimenti al cosidetto "massacro…
La principale fonte di ispirazione per questa pellicola è il cosiddetto massacro del Circeo, triste fatto di cronaca accaduto qualche mese prima e che vide protagonisti tre ragazzi di 'famiglie bene' romane improvvisamente trasformatisi in carnefici senza coscienza; sulla scia della scossa impressa nell'opinione popolare da quella tragedia, Piero Regnoli e il regista Mario Imperoli imbastiscono…
Qualcosa si può rimproverare a questo film. I tempi non sono gestiti in maniera ottimale e spesso ci sono pause morte che danneggiano la fruibilità, inoltre gli attori non spiccano per capacità recitative fatte salve alcune riserve. Di contro però va apprezzata l'idea, che si rivelerà vincente in molti altri film successivi, di trasformare dei ricchi e viziati figli di papà in feroci e…
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Commenti (2) vedi tutti
Noioso ed esasperatamente erotico, ma ci sono delle trovate registiche carine ogni tanto
commento di frankdeniroSuggestivo, potente e ritmato noir italiano vagamente ispirato ai fatti del Circeo (29/30 settembre, 1975), ma soprattutto condizionato, per contenuto "sex & violence", anche dall'Arancia meccanica di Kubrick. Un esemplare unico, per insistenza su elementi exploitation e sexploitation, a tutto danno della dietrologia sociologica e politica.
leggi la recensione completa di undying