Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
La serie di concitati, drammatici eventi che, nell'estate del 1944, nel bel mezzo della guerra di Resistenza ai Nazisti, e alla vigilia dell'avanzata americana per la liberazione, oppose i cittadini di un paesino della Toscana, per l'occasione ribattezzato San Martino, ma in realtà San Miniato (città natale anche dei due registi), e che si concluse con la strage del duomo, erroneamente attribuita all'esercito tedesco, ma in realtà causata da una granata sparata accidentalmente dal 337° Battaglione d'artiglieria campale statunitense.
I nazisti, prima di questa incresciosa disgrazia, venuti al corrente dell'imminente avanzata delle truppe americane, ordinarono alla popolazione locale di radunarsi all'interno del duomo.
Assistiamo pertanto al suddividersi della popolazione in due fazioni: chi obbedisce e si raduna in chiesa, e chi invece decide di darsi alla fuga tra i campi, approfittando dell'imbrunire, e nella speranza di andare incontro alle truppe alleate.
I fascisti li raggiungeranno mentre i ribelli si trovano ad aiutare i contadini nel mietere il grano, e dallo scontro a sangue freddo emergeranno tutto l'odio e la sete di vendetta che anima le parti contrastanti.
Gli americani sopraggiungeranno, accompagnando i sopravvissuti a far ritorno nelle proprie case, ma il vecchio Galvano vorrà fermarsi sotto la pioggia battente, a riflettere sgomento di tutto l'accaduto.
Affresco accorato e partigiano, ma anche umano e impermeabile a sterili posizioni di parte, di un momento cruciale e violento della fine della Seconda Guerra Mondiale, scritto dai Taviani assieme a Tonino Guerra, La notte di San Lorenzo è un affresco accorato e colmo di esperienze intime e personali che animano i singoli personaggi accomunati da un destino tragico in agguato.
Presentato con successo al 35° Festival di Cannes, ove il film si aggiudicò il Gran Prix du Jury, si tratta di una delle punte massime della cinematografia si Paolo e Vittorio Taviani, nonché del loro film più noto dopo Padre e Padrone, ancor più di questo incensato al prestigioso Festival francese.
Tra gli interpreti un affiatato gruppo di giovani attori, molti dei quali toscani, tra cui riconosco volentieri Claudio Bigagli, Massimo Bonetti, Enrica Maria Modugno, Sabina Vannucchi, oltre ai validissimi e più volte utilizzati Omero Antonutti e Margherita Lozano
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