Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Nell'offrire un punto di vista insolito sullo scenario della Resistenza, il film dei Taviani è l'apoteosi del realismo magico, una favola ricca di grandi momenti che oscilla costantemente tra la dimensione intima e quella collettiva, ricordandoci l'importanza di un valore quantomai attuale quale è la preservazione della memoria storica.
Reduci dal successo di Padre Padrone, i fratelli Taviani tornano ad occuparsi del rapporto tra gli individui e la Storia. Il risultato è “una favola poetica dalle molte bellezze” (M. Morandini), caratterizzata da una struttura narrativa corale, la cui perfezione formale della fotografia, in perfetta armonia con la soave colonna sonora, cattura perfettamente la recitazione intensa degli attori e il tono drammatico della storia, dando vita a momenti profondamente poetici di grande potenza espressiva, solo in minima parte smorzati dall'incedere a tratti un po' pesante del racconto. Senza soffermarsi troppo sul contesto storico, i due autori toscani preferiscono illustrare, con ammirevole sensibilità, lo stato d’animo dei personaggi e, soprattutto, i rapporti che intercorrono tra loro, persone comuni alle prese con una degli eventi più tragici della storia dell’uomo, e motivati unicamente dalla solidarietà, dalla speranza e dall’amore, sentimenti umanissimi che neanche le aberranti brutalità della Guerra riescono a scalfire. In questo modo i Taviani restituiscono un memorabile affresco dei duri anni della Resistenza, oscillando continuamente tra ricordi (auto)biografici, drammi interiori dei vari personaggi e una memoria collettiva che diventa testimonianza inconfutabile di un'epoca buia e tragica. Voto 8,5
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