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È nata una star?

Regia di Lucio Pellegrini vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su È nata una star?

di alan smithee
6 stelle

Curioso caso di trasposizione tutta italiana da un romanzo dell’inglesissimo brillante e celebre scrittore Nick Hornby, noto anche per le spesso riuscite rappresentazioni cinematografiche di alcune sue famose opere.
Una famiglia normale come tante, alle porte di Torino: un padre impiegato all’Ufficio delle Entrate, la madre insegnante, e il figlio unico diciannovenne apprendista cuoco con esiti non proprio ispirati: nei suoi riguardi i genitori hanno tentato di trovare l’indirizzo giusto a cui avviarlo nella vita cercando di comprendere quale potesse essere la piu’ naturale predisposizione, cioe’ quella attitudine che se coltivata nel modo piu’ congeniale puo’ portarti a distinguerti dalla massa e a brillare di una tua luce non riflessa: nella pratica invece mamma e papà si trovano a convivere con  tanti piccoli fallimenti commentati senza troppe tragedie e una giusta dose di condiscendenza con un laconico “non fa niente, pazienza”.
Sara’ dunque il figlio, simpatico irresistibile spilungone impacciato, a rendersi conto della dote naturale con la quale e’ in grado di primeggiare, una qualita’ che un genitore non puo’ e non vuole conoscere, dato che ad una certa eta’ il pudore e la riservatezza si impadroniscono delle nostre abitudini, facendoci perdere quella naturalezza ed ingenuita’ proprie della pubertà per sostituirle con una sorta di sentimento contraddittorio a metà strada tra il pudore e la malizia, tra la vergogna e l’esibizionismo  . In sostanza il ragazzo, cosciente della propria non comune dotazione in zona centro-inguinale, decide, quasi per una scommessa tra amici, di girare un filmino amatoriale hard. ("Il dottor Trombhouse", una vera chicca!!) per giunta – come scopriranno i genitori durante le loro goffe indagini - nella bella casa dei genitori della fidanzata, con la complicita’ della domestica filippina.
Il dvd, nonostante le assicurazioni dei produttori, viene lanciato proprio nella zona in cui e’ stato girato ed in poco tempo e’ un successo clamoroso: proprio per questo la verita’ giungerà presto agli ignari increduli genitori, grazie all’intervento provocatorio di una vicina, e verrà  accolta con la potenza e il fragore di un sasso scagliato contro una vetrata.



Il grazioso filmetto e’ incentrato tutto sulle ansie, i timori, le preoccupazioni e pure lo stupore di due genitori assolutamente allo scuro che un figlio cosi’ medio e per nulla eccezionale possa nascondere (letteralmente) dotazioni così esuberanti e fuori del comune.  Sulle ansie di come gestire una situazione del genere senza creare ancora ulteriori problemi o conflitti, su come in generale sia complesso il mestiere di genitore. In questo il film appare piuttosto riuscito e felice, grazie anche alle interpretazioni sentite e molto nei ranghi di due ottimi interpreti come Papaleo e Littizzetto, divertenti senza esagerare e senza calcare la mano. Delude invece una certa irrinunciabile tendenza della commedia italiana a rappresentare una vita di provincia o di periferia con i toni manierati del grazioso a tutti i costi: casine con giardino e fiorellini composti ed in riga per tre che sembrano uscite da un film di un giovane Tim Burton, una luce ammaliante tendente al rossastro, come trovarsi in un costante tramonto equatoriale che rende fintamente seducente e falsato ogni contesto privato, in case e appartamenti falsamente ricostruiti come la casa dei nostri sogni.
Insomma se la commedia, anche quella sofisticata e meno pecoreccia, quella che almeno ambisce ad un ruolo piu’ coerente con la vita di tutti i giorni, e a lasciare almeno uno spunto di riflessione senza rinunciare  al proprio intento di puro e meritevole svago, non riesce a rinunciare a quelle barriere inverosimili tanto care a certi spot ruffiani e tendenziosi, ci troveremmo sempre piu’ di fronte ad opere magari scritte con garbo e buone intenzioni, ma di fatto finte ed artificiose per l’incapacità di sceneggiatori e ancor piu’ di scenografi (ma ce l’avranno una vita private ‘ste persone?) di calarsi nella vera vita di ognuno di noi, povera gente banale e poco cinematografica siamo d'accordo, ma almeno vera, reale.



 

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