Regia di Nikolaj Arcel vedi scheda film
Un ventennio prima della rivoluzione francese lo schizofrenico re di Danimarca Cristiano VII, influenzato dalle idee illuministiche della moglie inglese e del medico tedesco suo amante, introduce nel paese una serie di audaci riforme che suscitano l’ammirazione persino di Voltaire; ma i notabili reagiscono. Il film ha il merito di rievocare una pagina poco nota di storia; ma lo fa senza un briciolo di passione, né amorosa né politica. Anzi, sorvola clamorosamente su ambiguità e contraddizioni: il nuovo che avanza si incarna in un malato di mente manovrato da due fedifraghi e pronto a usare poteri dispotici per affermare la propria volontà; il neo ministro, a sua volta, non si fa scrupolo di estrometterlo dalle decisioni facendosi firmare una delega in bianco; la libertà di stampa viene garantita finché non se ne servono gli avversari. E il finale, dove una didascalia informa che i nostri si prenderanno una rivincita postuma, sembra dimenticare una cosa che pure era stata ripetuta varie volte: non si possono fare riforme senza avere soldi in cassa.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta