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Royal Affair

Regia di Nikolaj Arcel vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Royal Affair

di zombi
6 stelle

una principessa è data in sposa a re cristian VII di danimarca. il regno danese a metà settecento era nelle mani dei nobili e della chiesa e il popolo era semplicemente nelle mani di questi individui che ovviamente avevano tutto l'interesse a mantenerlo soggiogato con la forza e la brutalità. la principessa carolina diventa la sposa di un insano mentale ma ha con lui un rapporto sessuale e un figlio. sentitasi a posto coi suoi doveri di regina, si rifiuta di avere con lui contatti. la corte e il popolo danese hanno in questa regina fiducia per un nuovo corso. la regina madre vorrebbe mettere il secondo genito al potere ma i tempi non sono maturi. faccende reali, casi reali, fatti, interessi, questioni reali.... insomma un beautiful ante litteram con più sangue e una marea di morti in più. fintanto che nella vita della regina, del re e della corte non entra a far parte un dottore tedesco, tale struessee, che deve compiacere un conte estremesso dalla corte e alla strenua ricerca di ritornarci. tu fai un piacere a me e io uno a te... una mano lava l'altra. senonché il dottore ha idee illuministiche, per i tempi leggermente non conformi e da tenere nascoste, onde non essere perseguitato. filo tutto liscio. il dottore entra nelle grazie del re con uno scambio di battute da testi teatrali e per un breve ma luminoso periodo in danimarca sembra diventare il faro del nord di nuove idee più umane. ovviamente i nobili e i pretastri con le mani in pasta in accordo con la regina madre faranno di tutto per rovesciare questa rivoluzione pervertita e riportare il regno danese sulla retta via dell'oscurantismo, dove ricchi e preti avevano potere su ogni cosa e ogni uomo. il film egregiamente fotografato da rasmus videbaek è però sostanzialmente una bellissima storia d'amore tra una regina infelice e un uomo che vede piano piano la possibilità di portare la danimarca sulla retta via delle idee illuministiche. in breve anche il dottore verrà come accecato dal fine, interdicendo alla firma il re. non amo particolarmente i film in costume e purtroppo ho sentito il peso della durata di quasi due ore e venti, anche se necessari per raccontare un periodo importantissimo del paese nordico ma anche dell'europa e del mondo. sostenuto dalle prove convincenti di tutti gli attori, con una prova in sottrazione di mikkelsen che esplode in tutte le sue potenzialità nel finale, il film gode però anche della bellezza e della determinazione della giovane alicia vikander, a tutti gli effetti la protagonista e degli istrionismi trattenuti del sempre più bravo david dencik(già spia subdola in la talpa e nazzista gay nel bel brotherhood)e di tryne dyrholm, la regina madre dagli occhi perennemente spiritati dalla bramosia di poter comandare attraverso il figlio minore, ma anche capace di uno scambio di sguardi inequivocabili materni con la giovane regina, quando quest'utlima verrà trascinata all'esilio senza il primogenito. so che svelare la mancanza del lieto fine potrà indispettire l'eventuale lettore di questa mia, ma non è sicuramente sapere che sarà solo con i figli dei due regnanti che le cose in danimarca cominceranno ad andare finalmente bene. prima dei titoli di coda c'è tutto un film da gustarsi.

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