Regia di Nikolaj Arcel vedi scheda film
Ormai in declino e in ristrettezze economiche, la giovane inglese Caroline Mathilde (Vikander) accetta di sposare il collerico re di Danimarca Christian VII (Følsgaard), un uomo a dir poco instabile e indomabile sottaniere. Quando nella vita di quest'ultimo fa ingresso un medico di corte di origine tedesca, il dottor Johann Struensee (Mikkelsen), un illuminista di idee straordinariamente progressiste, cambierà tutto non solo nella vita del re, sul quale il medico mostra di avere un formidabile ascendente, ma anche in quella del popolo, finalmente legittimato nelle sue istanze di giustizia sociale. A far crollare tutto sarà la liaison tra Strunsee e Mathilde, che condurrà a un colpo di stato dopo il quale la restaurazione spazzerà via qualsiasi innovazione e i nobili si riapproprieranno dei loro privilegi, per riportare le lancette del tempo al medioevo, dove a dettare legge saranno le stupide credenze religiose.
Nikolaj Arcel racconta un capitolo poco noto ma assolutamente vero della Danimarca della seconda metà del Settecento, facendo sponda su una storia di tradimenti funzionale a una densa analisi dei meccanismi di potere e delle trame di corte. Il vero asse del film non sta tanto nel triangolo amoroso, quanto nella contrapposizione tra le nascenti idee illuministe - che condussero il paese scandinavo a essere, per un breve tempo, la nazione più moderna d'Europa - e quelle retrograde di una monarchia e una nobiltà basate sulle superstizioni religiose. Un contrasto illustrato benissimo nel dialogo tra l'alto esponente del gabinetto reale e il medico. Al primo, che afferma che "entrambi crediamo che il re è uno squilibrato", il secondo ribatte: "chi è più squilibrato? Il re o chi crede che la terra sia stata creata in sei giorni?". Più chiaro di così…
Orso d'argento per il miglior attore a Mikkel Boe Følsgaard al Festival di Berlino 2012 e Orso d'argento per la miglior sceneggiatura a Nikolaj Arcel al Festival di Berlino 2012.
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