Regia di Hector Olivera vedi scheda film
Un film necessario, specialmente perché uscì in un periodo in cui del dramma dei desaparecidos si parlava ancora abbastanza poco, fuori dell'Argentina. Il film di Olivera è importante più per il suo impegno civile di denuncia di una vergogna nazionale argentina che per le qualità stilistiche o narrative. La "junta" militare, che si liberò di decine di migliaia di oppositori, risulta qui ancor più spregevole perché si accanisce su studenti liceali, che avevano soltanto lottato per ottenere un tesserino che li esentasse dal pagamento dei libri e della mensa scolastica. I ragazzi vengono sequestrati con metodi criminali e rinchiusi per mesi in depositi dove vengono torturati ed umiliati, non soltanto senza processo, ma senza che risulti da alcuna parte qualsiasi traccia del loro arresto (ai genitori viene detto che, trattandosi di sovversivi, probabilmente sono entrati in clandestinità). Del gruppo di arrestati che ci mostra il film, solo uno tornerà a casa: tutti gli altri scompariranno nel nulla dopo avere subito inenarrabili torture: una delle ragazze sarà perfino costretta a partorire, senza assistenza medica, in una cella di poco più di un metro quadrato. E, nonostante che lo stile di Olivera sia quello del boscaiolo piuttosto che quello del cesellatore, il finale è francamente emozionante e lascia tanta rabbia dentro lo spettatore.
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