Regia di Filiberto Scarpelli vedi scheda film
Tormenti dimostra che su Furio Scarpelli, uno dei padri fondatori della commedia all’italiana, non è ancora stata detta l’ultima parola. Ambientata durante il Ventennio, la vicenda - disegnata immagine per immagine dallo stesso Scarpelli - di Lolli che cede per distrazione alle lusinghe del fatuo avvocato fascista Rinaldo Maria Bonci Paonazzi ma poi si ravvede e s’innamora di Mario, pugile e studente universitario, riverbera echi sorprendenti, tesi fra un sentire tragico, quasi da generazione perduta hemingwayana, e un fatalismo russo da prima della Rivoluzione. Con straordinario acume politico Tormenti evidenzia le divisioni ideologiche interne alle Brigate Internazionali che lottavano contro il generale Franco in Spagna senza perdere di vista il quadro di una desolante commedia umana. Sorge il sospetto che Tormenti sia non solo la più grande e geniale commedia italiana mai fatta, ma, soprattutto, che la scrittura di Scarpelli sia addirittura più audace di quanto non risultasse una volta portata sullo schermo dai Monicelli e dai Risi e incarnata nei corpi dei Gassman, Sordi e Tognazzi. Come dire che al netto della mitologia del cinema, resta il nocciolo, duro come un diamante, dello sguardo tenero e chirurgico di Furio Scarpelli. Un poeta/filosofo della condizione umana che torna a noi ora anche come un visionario anticipatore di nuove forme cinematografiche.
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