Regia di Carlo Shalom Hintermann vedi scheda film
Quando per i bimbi “normali” è ora di andare a nanna, i piccoli abitanti di Camp Sundown sono pronti per le loro avventure notturne. La notte è il loro regno, il calar del sole il loro via libera: sono affetti da xeroderma pigmentoso, una patologia genetica rara e incurabile che impedisce al corpo di riparare i danni provocati dai raggi ultravioletti. I bambini malati di XP non possono esporsi alla luce naturale e ad alcune fonti di illuminazione artificiale, sono soggetti a frequenti tumori della pelle e hanno una bassissima aspettativa di vita. Di tutto questo, a Camp Sundown, ci si può momentaneamente dimenticare: Hintermann ci conduce per mano nelle vite di una manciata di ospiti del campeggio estivo nello stato di New York, dove per qualche settimana all’anno medici e animatori organizzano attività notturne, spedizioni, feste e momenti d’incontro. E modella l’opera, con sensibilità e intelligenza miracolose, a misura della loro patologia, dal punto di vista tecnico come da quello artistico: girato interamente con luci innocue per i piccoli protagonisti, ideate appositamente per il film e poi donate al Camp Sundown, il doc ha visto i bambini coinvolti in prima persona nella scrittura dei segmenti d’animazione. La malattia è annullata e trasfigurata in un’epica di sapore miyazakiano grazie alle sequenze disegnate da Lorenzo Ceccotti e sceneggiate (in parte anche doppiate) dagli stessi ragazzini: chiamati a ridisegnare se stessi come creature non difettate ma fatate.
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