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Regia di Francesco Del Grosso vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su 11 metri

di Andreotti_Ciro
8 stelle

Un uomo triste, ma fermo nei propri tratti salienti, al limite di una Lealtà quasi gridata silenziosamente. Spesso serioso, con un volto perennemente in bilico fra il tirato e l’incazzato. Al tempo stesso però un leader carismatico, capace di essere molto di più di un ottimo centrocampista, uno dei migliori degli anni ’80, uno al quale il barone Liedholm affidò il controllo del centrocampo della Roma che nel 1983, dopo oltre quarant’anni, seppe riportare lo scudetto in casa giallorossa e che appena un anno dopo sfiorò la coppa dei campioni, al termine di una finale giocata in casa contro il Liverpool.

Tutto questo era ‘Ago’, soprannome che lo ha inseguito per tutta la sua esistenza, fin dai tempi dell’oratorio. Di Bartolomei era infatti era un coacervo di sensazioni contrastanti che andavano dalla serietà, all’apparente disprezzo per i riflettori, passando per il rapporto a volte conflittuale, ma ai limiti della correttezza, con ogni suo compagno di squadra, ognuno dei quali è rimasto rapito dalla fine triste della vita del capitano giallorosso, forse troppo rapidamente dimenticato dal calcio che conta, come a dimostrare che quel disprezzo, con il quale durante la carriera si allontanava dai riflettori, ha fatto si che alla fine si tramutasse in un ostracismo invalicabile.

 

Il regista e sceneggiatore Francesco Del Grosso firma un documentario dedicato a un probabile idolo della sua infanzia, un personaggio schivo al quale già Paolo Sorrentino si era ispirato nel 2001 per tratteggiare il protagonista del suo L’uomo in più (Id.; 2001). Un personaggio però visto per le sue accezioni positive come forse solo Di Bartolomei, e pochi altri, potevano essere. Un documentario portato a termine grazie all’aiuto della famiglia Di Bartolomei e grazie alle testimonianze di coloro che hanno conosciuto quel “silente numero 10”, uno che al calcio di oggi farebbe decisamente un grande bene. Uno al quale sicuramente troppo presto chiusero le porte in faccia dopo la fine di una carriera gloriosa.

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