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KILLER PLASTIC-o. Tu ti faresti entrare?

Regia di Stefano Pistolini vedi scheda film

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La recensione su KILLER PLASTIC-o. Tu ti faresti entrare?

di mm40
2 stelle

Negli anni 80 e 90 il Killer Plastic - noto semplicemente come Plastic - era il ritrovo di tendenza della Milano da bere, una discoteca ultrachic in grado di fare ogni serata il pienone contando su numerose presenze vip. A trent'anni dall'apertura il locale, in declino da tempo, rischia di chiudere.

 

La storia del Plastic (Killer Plastic, per esteso) accompagna quella della cosiddetta Milano da bere: dai fasti negli anni 80 e primi 90 alla successiva decadenza, con un rischio di chiusura scongiurato all'inizio degli anni Dieci del Duemila con un provvidenziale spostamento del locale in altro luogo e seguente riapertura. Di tutto ciò parlano alcuni fra i più assidui frequentatori del club, sorta di privè per ricconi stravaganti che ha visto partecipare alle sue serate anche Jovanotti ed Elio Fiorucci, qui chiamati a dire la loro, fra i tanti; si sprecano così aneddoti a base di follia, soldi scialacquati, promiscuità sessuale et similia, alternando brani di interviste a lunghe sequenze girate in discoteca, fra luci bassissime, volti irriconoscibili, urla subumane impossibili a decodificarsi e frastuono generico che copre tutto. Non un lavoro fondamentale, insomma, se non per chi al (Killer) Plastic ci è passato - e forse neppure per tutti i clienti del locale, in effetti. Più che altro Tu ti faresti entrare? sembra un lavoro girato su commissione, quasi uno spot dalla lunghezza infinita, o magari messo in piedi proprio per nostalgia canaglia da un cineasta, Stefano Pistolini, che aveva in realtà già saputo dimostrare buone basi e un'interessante propensione documentaristica con l'esordio ID non significa idiota (argomento abbastanza distante: il neocreazionismo) del 2007. Smisurati gli ottanta minuti di durata. 2/10.

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