Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Un documentario di un'ora tonda di durata, per raccontare l'ennesima storia delle sue: Herzog affronta ancora una volta con questo Rintocchi dal profondo le tematiche del disagio mentale, della superstizione, del soprannaturale e del rapporto uomo-natura. Qui l'atteggiamento, per quanto come sempre il più neutrale (o meno offensivo) possibile, è però piuttosto schierato: perchè la gente intervistata nel film è fin troppo palesemente indifendibile nella sua ignoranza, nella sua ottusa religiosità, nella sua cecità spirituale mascherata da culto di un immaginario (ma concretissimo, essendo egli un comune essere umano) Redentore. La leggenda che sta al centro del film e del suo titolo è la parte più suggestiva dell'intero lavoro: si parla di una città che, secoli or sono, invocò il Redentore per essere salvata dall'invasione nemica e fu magicamente sepolta sotto a un lago, creatosi di punto in bianco su di essa. E i rintocchi delle campane emergono dal profondo di quel lago, oggi ghiacciato, a saperli ascoltare: fine della fiaba, ma anche inizio del delirio. E Herzog, si sa, con i personaggi farneticanti e inverosimili ci va sempre a braccetto volentieri. 6/10.
In un paesino della Russia orientale la gente crede in un Redentore simil-cristiano che si aggira per il luogo dando benedizioni e pregando. Sotto al lago locale vivrebbe inoltre un'antica città.
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