Regia di Ansano Giannarelli vedi scheda film
"studio di (per) un'inchiesta televisiva" recita il sottotitolo di questo esperimento di ansano giannarelli per la rai. gioca a carte scoperte il regista, facendosi sempre riprendere contro uno specchio dal quale si vede la troupe che riprende oppure specificando mentre si fa intervistare da una vera giornalista (nonchè poetessa), che l'intervista non è spontanea ma studiata a tavolino. quindi noi si sta guardando un mediometraggio di fiction che ha l'intento di parlare della versilia. ben consapevole che probabilmente il suo "studio d'inchiesta" potrà non essere trasmesso, giannarelli con l'ausilio di un gruppo teatrale dilettante del posto, di costruire il suo esperimento come un film d'avantgarde o una di quelle stramberie godardiane dell'epoca e anche prima, cercando di avanzare nella sua inchiesta nonostante si faccia mettere dei paletti dalla giornalista che gli fa domande come per dimostrargli che la sua inchiesta alla fine non dice nulla di preciso su niente. giocando e stimolando lo spettatore a proseguire nella visione, ansarelli arriva alla seconda parte del suo esperimento incrociando interviste ai veri cavatori delle cavi del marmo o fingendo un confronto-scontro generazionale tra un padre democristiano e un figlio comunista sempre con l'aiuto di due attori non professionisti del gruppo teatrale. in questa terra d'anarchia ansarelli, scopre un ulteriore carta, proclamandosi comunista e parlando di terra di versilia e invasione nazi-fascista ricordando di tremendi atti di inaudita ferocia come la strage di sant'anna di stazzema, fino a quando la giornalista non gli ricorda (di nuovo) che sta eludendo il sotto titolo e che non sta parlando nè di mare e tanto meno di marmo. persona accattivante l'ansarelli, esponente di un modo d'intendere rai che manca forse un pò troppo all'odierno mondo televisivo. oppure ci sono ma non vengono trasmessi o trasmessi ad orari proibitivi.
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