Regia di Pål Sletaune vedi scheda film
Pål Sletaune è un regista norvegese già autore di altri film che in Italia nessuno si è cagato e in particolare di Naboer: un thriller psicologico malatissimo e davvero tirato; 70 minuti di delirio puro. Consiglio a tutti di andare a vedere di cosa si tratta.
Trailer Naboer-> https://www.youtube.com/watch?v=b-j-vB0VylU
Ma veniamo a questo Babycall:
Anna e suo figlio Anders di 8 anni, scappano dal violento padre del bambino e si trasferiscono in segreto ad Oslo. Anna, completamente ossessionata dal tenere sotto controllo il figlio, compra un babycall per avere la certezza che tutto sia ok quando il bambino dorme. Da questo apparecchio inizierà a sentire cose sempre più strane e un singolare amichetto di Anders inizierà a comparire misteriosamente nelle loro vite.
Quello che più affascina di questo film sono le atmosfere glaciali della pellicola, complici sicuramente le bellissime ambientazioni nordiche; una tensione a tratti altissima e un velo di mistero sempre costante che come al solito mi ricorda Polanski, non ci posso fare niente... lo vedo ovunque...
Altra cosa che infastidisce in maniera positiva e costruttiva è la situazione disastrata di questa mini-famiglia in fuga da un passato pieno di paura e di sofferenza, che cerca di ricostruire un velo di serenità e tranquillità ma che finisce per cadere sempre più in basso, fino a raggiungere un' "oscurità"nella quale nemmeno noi riusciamo a vedere bene.
Sletaune gioca molto su realtà e immaginazione e questo può essere sfiancante dopo un po', personalmente amo questo approccio e a mio parere il norvegese è stato in grado di reggere le atomsfere fino al bellissimo finale.
Un gioiellino.
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