Regia di Pål Sletaune vedi scheda film
I nordici contesti urbani, che richiamano alla mente Lasciami Entrare di Alfredson, avvolgono suggestivamente la spersonalizzante vicenda di Anna, giovane madre alle prese con una brutta separazione alle spalle e un giovane figlio da crescere. Qualcosa non torna nell'identità e nella gestione delle cose da parte della donna. Qualcosa non torna nei personaggi che la circondano e che condividono con lei traumi e destino. Qualcosa non torna nello svolgersi delle vicende, che si dipanano in modo affascinante ma confuso e, in qualche modo, già visto e derivativo. Ciò non toglie che il film si faccia seguire, grazie alla buona interpretazione della convincente Rapace e ad un gioco di rimandi tra il passato e il presente e tra l'aldilà e l'aldiquà che dona all'intreccio una inquietante patina da psicofantathriller. Da vedere senza molte aspettative ma anche senza particolari pregiudizi legati al genere, sporcato purtroppo da decine e decine di dozzinali prodotti americani. Qui siamo in Europa, precisamente in Norvegia, e la cosa non ci dispiace affatto.
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