Regia di Alessandro Rak vedi scheda film
Non si può dire che non sia un buon film, soprattutto perché si tratta di un lavoro onesto e raffinato anche se sono allergico alle ricette sulla felicità come antidoto ad una vita sull'orlo della catastrofe. Il clima apocalittico di Napoli è ben centrato. Se non altro dimostra che con la creatività si possono evitare i limiti materiali del cinema italiano. Shhh, non lo diciamo troppo in giro altrimenti tirchieggiano ancora di più. Ho gradito la scelta di evitare i prodotti musicali tipici. La colonna sonora si amalgama bene alle immagini senza fastidiose prevaricazioni. Altra cosa che mi è piaciuta è la discrezione cinefila, non pretenziosa e ruffiana, con cui sono stati inserite tante citazioni cinematografiche. Detesto i film che ti sbattono in faccia i riferimenti culturali per altro inutili nel contesto, solo per farsi dire quanto siano raffinati da critici tromboni. L'unica concessione ai luoghi comuni della napoletanità è la battuta finale: quant'è bella la mia città. Perdoniamo anche un piccolo ammiccamento politico. Comunque, io aderisco alla scuola di Monicelli per cui la speranza è una fregatura che fa il gioco dei signori. Il successo sociale è raramente espressione di talento. Far dipendere la felicità dalla posizione sociale è l'illusione più potente dei nostri tempi.
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