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Love Likes Coincidences

Regia di Ömer Faruk Sorak vedi scheda film

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La recensione su Love Likes Coincidences

di OGM
8 stelle

Onore al merito. Questo “filmetto”, nel suo piccolo, è uno splendore. Un Love Story turco dei giorni nostri incredibilmente ben confezionato, che risulta toccante dall’inizio alla fine, pur mantenendosi squisitamente immune dalla ricerca dell’effetto a tutti i costi. Molto è dovuto all’eccellente performance dei due interpreti principali, giovani, attraenti e fascinosi, ma assolutamente veri nei ruoli dei due innamorati misteriosamente legati dai giochi del destino. Una parte rilevante spetta certamente anche alla colonna sonora, con quei brani di rock dalla melodia triste ma dal ritmo energico, che sottolineano i momenti cruciali con una  robusta carica di poesia  adolescenziale. La vicenda narrata – un intreccio di casualità che disegna una favola perfetta - è del tutto improbabile, benché basata su fatti realmente accaduti; è romanzesca nella trama e nei significati sottintesi, però è priva di enfasi nel parlare degli enigmi che circondano l’amore. Le grandi verità rimangono inespresse, forse  solo timidamente sussurrate nei retroscena, dove il battito del cuore è l’unico suono udibile. Deniz e Ozgür seguono il filo che li unisce partecipando silenziosamente al suo gioco fatale, che li sospinge l’una verso l’altro, ed assaporano fino in fondo ogni singolo istante di quel viaggio verso un meraviglioso ignoto. La prevedibilità, che altrove toglierebbe respiro lirico alla narrazione, qui si rivela, invece, il punto forte: e non solo perché è sapientemente tenuta sotto controllo dai flash back sull’infanzia dei protagonisti, dalle incursioni della nostalgia, dalla suspense che accompagna le rivelazioni costruite poco a poco. Essa infatti assicura, allo sviluppo della storia, quella solida base di certezza su cui le divagazioni romantiche del discorso possono innestarsi senza correre il rischio di disperdersi. Tutto ciò che appare scontato è il punto di partenza di ogni approfondimento, è la tinta unita di sfondo su cui è possibile stendere le sfumature che ne rompono la monotonia introducendo suggestioni capaci di fare breccia nell’anima.  I sorrisi, gli sguardi, le parole dolci possono bastare a creare una potente illusione, se il terreno sul quale fioriscono è concimato dalla passione per le cose eterne. In questo film aleggia lo spirito del cinema classico, in una veste opportunamente rimodernata, impercettibilmente spolverata di zucchero televisivo, ed è così che i refrain sentimentali conosciuti da sempre divengono incantevoli musiche senza tempo. In questo modo anche l’ingenuità si impregna del sapore della riflessione matura, che si manifesta in una retrospettiva disincantata, eppure coraggiosamente fiduciosa, sull’incomprensibile ed incontrastabile logica dell’esistenza umana. Nascere insieme, infatuarsi da bambini, ritrovarsi da adulti per scoprirsi fatti l’uno per l’altra e decidere, infine, di incamminarsi insieme per una strada che va oltre la morte è il paradigma, ribadito e rimodulato attraverso lo scorrere degli anni e l’evoluzione delle personalità, dell’Amore come principio totalizzante, che a tutto presiede ed al quale è inutile tentare di sfuggire. È una divinità che ci perseguita senza sosta e senza pietà: una visione romantica, pagana, forse semplicistica e puerile, che il piglio autoriale di Ömer Faruk Sorak impugna con ardente determinazione, riuscendo a trasformare anche la banalità in qualcosa di  sorprendentemente bello. Anzi, bellissimo.

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