Regia di Michel Hazanavicius vedi scheda film
Sulle nevi di Gstaad, uno splendido chalet pieno di deliziose fanciulle allegre, una musica vivace e ritmata che si fa sempre piu' distinguere, un gran pezzo d'uomo che scende sornione le scale, si palpa due pollastrelle, ed inizia pian piano a tenere il ritmo, sempre piu' vorticoso e coinvolgente. Questo e' lo strepitoso inizio del secondo capitolo delle avventure dell'agente OSS 117, che ci spiega molte cose sulla cinefilia colta e ricercata del suo autore, recentemente salito agli altari della critica e del pubblico con l'acclamato e premiato The Artist all'ultimo Festival di Cannes.
Hasnavicius ama riproporre i generi cinematografici del passato, ripercorrerne le caratteristiche essenziali, farli rivivere nel loro spesso datato ma sfolgorante splendore, esaltandone le caratteristiche piu' peculiari.
Con il gretto, affascinante e sprovveduto agente qui protagonista, il regista sceglie la via della spy-story alla James Bond anni '60, ma prendendo spunto non da Connery, ne' tantomeno dal successivo Moore anni '70, bensi' dallo 007 piu' misconosciuto e sfortunato, quello di un George Lazenby macho e bisteccone, monoespressivo e un po' ridicolo, reso alla perfezione da un Dujardin al contrario veramente bravo nel dar vita al suo strambo, superficiale e facilone personaggio.
Nel tentativo di sventare un complotto di irriducibili criminali nazisti, OSS 117 viene inviato a Rio de Janeiro per annientarne i folli propositi. Per l'occasione verra' affiancato da una abile ed avvenente collaboratrice che lui scambia superficialmente per una semplice segretaria, la quale peraltro si mostra piuttosto refrattaria al suo fascino da sciupafemmine. Inseguimenti in macchina ricostruiti con nostalgica passione e sfondi finti aggiunti e volutamente posticci, gaffes a profusione, distrazioni femminili e non solo (l'agente scopre pure una vaga e fin'ora sconosciuta attrazione omosex), e un finale al cardiopalma in stile hitckochiano con vertiginose acrobazie tra le braccia spalancate del Cristo triste del Corcovado, sopra una Rio suadente e brillante, illuminata dalla magica luce lunare nella sua scintillante baia sabbiosa, avvolta da una voluttuosa vegetazione selvaggia che la rende uno dei luoghi piu' suggestivi del mondo.
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