Regia di Roan Johnson vedi scheda film
Una storia vera, che colpisce e diverte proprio perché riporta al clima degli anni oggetto della narrazione, quelli della strategia della tensione, con connessa psicosi del colpo di stato. Il protagonista è un personaggio limite, però sintetizza bene nella sua personalità gli estri, i limiti, le idiosincrasie, la voglia di lottare, ma anche una certa sopravvalutazione del proprio ruolo.
La resa dell'ambiente è buona, pur con evidenti ristrettezze di budget, anche se sorprende che il pisano (d'adozione) Roan Johnson si adagi, nel linguaggio, su un toscano di convenzione, a metà tra il fiorentino pieraccioniano ed il livornese di Virzì, che ben poco ha a che vedere con l'inflessione di Pisa.
In ogni caso, l'operazione regge, sebbene lasci un po' perplessi il voluto anacronismo di far intonare ai personaggi, davanti alle mura del carcere austriaco, la canzone Quello che non ho di De André, di parecchi anni successiva.
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