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Numéro deux

Regia di Jean-Luc Godard vedi scheda film

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La recensione su Numéro deux

di mm40
4 stelle

Tre anni di silenzio (il precedente Crepa padrone, tutto va bene è del 1972) e Godard torna in scena: è la seconda fase della sua carriera e lo sottolinea fin dal titolo: da questo momento in avanti parte la fase numero due. Eppure è sempre il solito, vecchio, minuscolo film alla Godard, realizzato con pochissimi mezzi e tantissimi dialoghi, in maniera che le molte, troppe idee del regista e sceneggiatore (insieme ad Anne-Marie Miéville, da qui parte una lunga collaborazione fra i due) si concentrino come di consueto più nelle parole che nell’azione. Godard stesso compare in scena nella prima parte della pellicola e nell’ultima sequenza: sostanzialmente quando si parla di cinema; sul resto delle tematiche lascia che sia una serie di coppie problematiche a esprimere le sue idee. E così si svelano piano piano tutti i dualismi cui fa riferimento il titolo: da quello cinema vs televisione (lo schermo tv sulla pellicola) a quello, conseguente, immagine raccontata vs immagine reale; dal confronto fra natura e uomo (paesaggio incontaminato e fabbrica) a quello fra infanzia e vecchiaia, fino ovviamente al rapporto uomo/donna, esemplificato tanto per complicare le cose dal binomio amore/sesso. Il regista francese, sperimentatore ormai incallito, non rinuncia a una provocazione estrem(ist)a, inserendo alcune scene esplicitamente pornografiche (masturbazione, fellatio): se il cinema è libertà, è anche questo, è anche finzione, è anche televisione, è anche masturbazione per immagini e nelle immagini. In poco meno di novanta minuti Godard mette insomma di tutto: se il limite è nella staticità e nella (prevalenza?) prepotenza dei dialoghi rispetto all’azione, davvero non ci si può lamentare per quanto riguarda gli stimoli provenienti dalle riflessioni del regista. 4,5/10.

Sulla trama

In un set di pochi oggetti domestici (fra cucine e camere da letto) alcune coppie sfogano la loro frustrazione su sesso, lavoro, amore, politica, storia in una serie di fitti dialoghi; allo stesso modo in uno studio di lavoro zeppo di schermi televisivi Godard racconta il suo punto di vista sulle medesime questioni.

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