Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Chi sono "i vivi e i morti" (è il titolo che Lidia suggerisce a Giovanni, dopo l'incontro di quest'ultimo con una ragazza ninfomane) nella società che Antonioni descrive? Sono davvero vivi tutti quei personaggi che si muovono come zombi alla festa dell'industriale Gherardini, pronti ad animarsi di una vitalità animalesca solo allo scoppio di un temporale, come i non-morti risvegliati da un'improvvisa scarica elettrica? La notte è il momento di confrontarsi con fatti fondamentali, come la morte (quella di Tommaso, che se ne va da solo nel letto di un'asettica e modernissima clinica), la passione, l'amore. All'alba bisogna trarre un bilancio, ma non necessariamente si è capaci di trarne le conseguenze. Si tratta di un film che mi è piaciuto, anche perché mette alla prova un attore come Mastroianni con il brutalismo dell'architettura milanese del dopoguerra e sembrano due mondi completamente diversi, che comunque offrono una sensazione di idoneo spaesamento. Resta qualche inspiegabile pausa e qualche sconcertante momento di silenzio, ma è tutto funzionale al discorso, almeno a tratti volutamente afasico, di Antonioni.
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