Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
VOTO 8+ FOLGORANTE Antonioni esprime tutta la sua poetica, può risultare anche compiaciuta e forzata, ma sicuramente non è mai banale e nella sua complessità spaventa ed affascina. L'incomunicabilità, la crisi dell'intellettuale, della borghesia (cinica, stupida, arrogante, volgare e decadente), il senso di sofferenza totale (grandissime le sequenze geometriche con la Moreau e gli edifici freddi, di cemento armato, in una Milano deserta), frasi memorabili ("Io ormai non ho più idee, solo memoria"), attori nelle interpretazioni più riuscite della carriera (la Vitti è decisamente indimenticabile), tutto è al massimo. Il finale poi è tipico della trilogia: pessimista, l'amore perde, c'è solo sesso, l'uomo perde, c'è solo il vuoto. Una gran regia, per un'opera di una bellezza rara, l'episodio più bello della serie, perfetto, straordinario e cattivo (la festa in Brianza è a tratti rabbiosa) e anche con meno incomprensioni nella trama del solito (togliendo l'ospedale, ma fa parte del discorso sul sesso). Le lungaggini non parlate sono a dir poco essenziali e per concludere la Moreau sotto la pioggia è una delle immagini più significative del cinema di Antonioni e non solo.
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