Regia di Olivier Nakache, Eric Toledano vedi scheda film
Il meccanismo della strana coppia al cinema funziona quasi sempre: un autore eccezionale come Billy Wilder ci ha praticamente costruito un'intera carriera. Non fa eccezione questo Quasi amici, ispirato a una storia vera tratta dal romanzo autobiografico di Philippe Borgo di Pozzo (Il diavolo custode), che assembla un uomo di mezza età (Cluzet), ricco sfondato ma costretto sulla sedia a rotelle da una tetraplegia, e un giovane nero delle banlieues parigine (Sy). Grazie al secondo, scapestratissimo e con una fedina penale non proprio immacolata, il primo riuscirà a ritrovare il sorriso.
A metà strada tra melodramma e commedia, il film regala momenti assai gustosi (la scenetta del progressivo taglio della barba, con un'alternanza di sembianze che vanno da Pancho Villa a Hitler, è da applausi), pur soffrendo di qualche pedanteria retorica, come nella scena in cui il badante nero guarda di notte la madre lavare i vetri di un palazzone, e ammiccando alla risata facile, dalla presa in giro nei confronti dell'arte contemporanea ai sistemi pedagogici spiccioli.
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