Regia di Olivier Nakache, Eric Toledano vedi scheda film
Un incontro tra caratteri antitetici crea sempre i presupposti dell’imprevisto. Non è una novità nel cinema e nella letteratura ma sfruttarne il principio in maniera lieve, garbata e frizzante come Nakache e Toledano riescono a proporre, oltretutto sulla base di una storia vera che testimonia come spesso, l’incredibile - solo a pensarlo -, si può conciliare spesso, e volentieri, con la realtà dei fatti.
Il tetraplegico Philippe ed il nero Driss, diversi in tutto ma accomunati dall’intelligenza e dalla sensibilità, troveranno un punto d’incontro permettendo ad entrambi di assaporare la qualità della vita.
C’è una frase di Philippe che non dimenticherò facilmente e che esalta lo spirito del film, quando viene messo in guardia su quello strano personaggio che sta assumendo come badante: “un tipo pericoloso, con precedenti penali, uno senza scrupoli e senza pietà”. E Philippe si sofferma proprio su questo aspetto: “E’ proprio questo che cerco: uno che mi tratti senza pietà”.
Che lo valuti per aggiunta e non per sottrazione, in un particolare rapporto “alla pari”, dove poter riassaporare un goccio di vita trasformata in ricordo. Certo Driss eddymurpheggia parecchio (spesso riaffiorano folgori di Una poltrona per due per situazioni ed atteggiamenti) ma il film si mantiene in carreggiata senza voler strafare agghindando in giusta dose umanità ed eccessi sul gigante di origine senegalese, ed estrema serenità e presa di coscienza sul tetraplegico. Diversi contesti vengono si, tirati un po’ per i capelli ma coinvolgono, portando alla luce anche originali codici comportamentali da applicare, con entusiasmo e curiosità, ognuno alle proprie esperienze. Si può imparare dalle situazioni estreme, anche facendoci due risate sopra questo Intouchables che per una volta viene tradotto dalla distribuzione italiana con un Quasi amici delicatamente evocativo.
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