Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Film stilisticamente impeccabile con una eccellente sceneggiatura candidata agli oscar. Un film che ha precorso i tempi. Hitchcock un maestro.
Considerato da molti, dallo stesso François Truffaut, il miglior film di Hitchcock, “Notorious” combina l’eleganza e il fascino d’altri tempi (avvalorati dal bianco e nero) ad una sceneggiatura (che fila via che è un piacere) ed un ritmo degni di action/thriller odierni.
A dimostrazione di ciò, basti pensare e (ri)guardare “Mission Impossible II” di John Woo, praticamente il suo remake. (In realtà Tom Cruise per i suoi M:I guarda spesso ad Hitchcock, basta confrontare ad esempio le sequenze a teatro di “L’uomo che sapeva troppo” del 1956 e di “Mission Impossible - Rogue Nation”).
Come non restare ammaliati dinanzi alla scena madre in cui Ingrid Bergman fa scivolare via la chiave alle spalle del marito/nemico, lei costretta a reggere il gioco del matrimonio per aiutare a smascherare un’organizzazione filo-nazista per conto del governo americano.
Purtroppo il desiderio di riscattare quanto fatto dal padre (arrestato per tradimento in quanto spia dei tedeschi, siamo nel 1946) la porterà in questo vortice di eventi affiancata dall’agente dei servizi segreti interpretato da Cary Grant.
Lei cede ad amare il nemico per l’onore della sua famiglia, lui cede a consegnarla al nemico per lealtà verso la sua patria; ma i due si amano, e lui farà di tutto pur di toglierla dalla tana del lupo, strappandola letteralmente alla morte.
In una lenta e inesorabile discesa di scale, si decide in silenzio il destino di ognuno, col felice epilogo per gli eroi e lo scacco matto per il nemico, loro e di un’intera nazione, pronto ad attuare il suo complotto (ormai disinnescato) col gruppo filo-nazista. Del suo piano non resta altro che il terrore impresso nei suoi occhi.
Il sottoscritto non stravede per Cary Grant (troppo macchiettistico e con quel filo di ironia stampato su ogni espressione anche fuori contesto; meglio vederlo in commedie tipo “Arsenico e vecchi merletti” dove è adeguatissimo, anche se devo riconoscergli che Ian Fleming ha affermato di essersi ispirato in parte proprio allo stile elegante/ironico di Cary Grant per delineare il suo personaggio di James Bond).
Claude Rains, navigato attore, lo surclassa di gran lunga: il suo personaggio è solido e credibile, senza strafare coniuga il suo lato oscuro a quello teneramente innamorato e poi tradito dalla sua bella moglie. Di fatti venne candidato all'Oscar come Miglior Attore non protagonista.
Una Ingrid Bergman che sfodera una recitazione nel complesso positiva, ma assegna al proprio personaggio un tono troppo compassato.
E poi la regia. . .qui Alfred ha dato il meglio di sé!
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