Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Elena Huberman (Ingrid Bergman), figlia di John Huberman, una spia nazista stabilitasi negli Stati Uniti, viene incaricata dall'agente Devlin (Cary Grant) per conto del governo americano di infiltrarsi all'interno di un organizzazione filonazista che opera in Brasile, al fine si smascherarne i componenti e in particolare il capo, cioè Alexander Sebastian (Claude Rains).
"Notorious" costituisce indubbiamente uno degli esiti più felici del cineasta inglese dopo il suo trasferimento dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti. Benché abbia meno risonanza rispetto ad altre celeberrime opere del regista, come ad esempio "La finestra sul cortile" o "Vertigo", "Notorious" rientra senza ombra di dubbio tra i capolavori assoluti di Alfred Hitchcock, ed è ad oggi una delle sue pellicole che sono riuscite a reggere meglio all'usura del tempo.
Avvalendosi della sceneggiatura di Ben Hecht, con il quale aveva già collaborato l'anno prima in "Io ti salverò", Hitchcock realizza una pellicola in cui riesce a combinare un mix pressoché perfetto tra la componente romantica che caratterizza la storia d'amore tra i due protagonisti e la suspense tipica dei film di spionaggio. Benché Hitchcock fosse notoriamente disinteressato alle tematiche di impegno politico, in diversi suoi film degli anni quaranta inserì un chiaro messaggio antinazista: "Notorious" fu l'ultima pellicola di questa serie. C'è da dire comunque che il riferimento alla tematica in questione qui funge semplicemente da pretesto per innescare l'azione, il cosiddetto "MacGuffin"; quello che interessa davvero a Hitchcock è infatti l'intreccio che si crea successivamente: è qui che egli dimostra tutta la sua genialità.
Il conflitto tra amore e dovere, il desiderio di riscatto da parte di Elena, il particolare triangolo che si crea tra la protagonista e i suoi due spasimanti, il rapporto quasi edipico tra Sebastian e la madre, la quale interferisce spesso e volentieri nella vita privata del figlio, influenzandolo e condizionandolo (un po' come farà la madre di Norman Bates in "Psycho", seppure in un contesto ben diverso e con le dovute differenze): queste sono solo alcune delle molteplici tematiche che si rivengono in questo film, ponendosi in maniera più o meno esplicita all'attenzione dello spettatore.
Anche per quanto riguarda l'aspetto della tecnica cinematografica "Notorious" è un film straordinariamente importante. Se è vero infatti che in alcune pellicole del periodo inglese si avvertiva che l'architettura registica di Hitchcock non era ancora del tutto perfezionata, adesso invece si nota come "Il Maestro del Brivido" abbia assimilato definitivamente la lezione del cinema espressionista e sia riuscito ad elaborare un proprio e personalissimo stile. Basterebbe citare anche solo due sequenze: la scena in cui Ingrid Bergman, stesa sul letto, si sveglia e vede la figura di Cary Grant che si capovolge gradualmente man mano che si avvicina a lei; oppure la celeberrima sequenza del bacio tra Grant e la Bergman, della durata di ben tre minuti; fino a quel momento non si era mai vista sullo schermo una scena di questo tipo durare così a lungo. Anzi, per problemi con l'assurda censura dell'epoca, Hitchcock fu costretto a spezzettare il bacio in tre intervalli, alternandolo con la preparazione della cena e la telefonata di Grant al suo capo.
Per quanto riguarda il cast non si poteva chiedere di meglio: la Bergman, splendida, era alla sua seconda collaborazione con il regista britannico e all'apice della notorietà, avendo intepretato proprio in quegli anni alcuni dei suoi film più famosi ("Angoscia" e "Casablanca", tanto per citarne due); stesso discorso vale per Cary Grant, il quale però risulta qui più misurato del solito, per esigenze di copione, evidentemente. Ma il ruolo forse più interessante e ricco di sfumature è quello di Alexander Sebastian, interpretato magnificamente da Claude Rains: probabilmente è uno dei cattivi più memorabili (e sofferti) dell'intera filmografia di Hitchcock. In tal senso è d'antologia la sequenza finale del film, in cui Devlin ed Elena fuggono in macchina verso la salvezza, mentre Sebastian viene abbandonato al suo tragico destino, e risale la scalinata di casa sua come un condannato che si avvia al patibolo.
La scintillante fotografia è di Ted Tetzlaff, le musiche di Roy Webb (la proficua collaborazione tra Hitchcock e il grande compositore Bernard Herrmann inizierà soltanto nel 1955).
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