Regia di Tony Kaye vedi scheda film
Si dice che chi sa fare fa, chi non sa fare insegna. Andate a dirlo ai docenti, alla preside, ai consulenti della scuola dove il professor Barthes si ritrova a fare da supplente: girone infernale abitato da studenti ingrati, violenti e violentemente difesi da genitori ottusi. Quella che i professori intraprendono è una guerra quotidiana nelle trincee di un’adolescenza irrecuperabile, eppure, come dice Adrien Brody in apertura del film, prima o poi ogni insegnante si illude di poter fare la differenza. Lui ci prova, spaccandosi a metà: in aula è imperturbabile, respinge con classe e (appunto) distacco l’aggressività dei ragazzi; appena esce il distacco diventa missione impossibile, di fronte ai crateri emotivi della sua vita (un nonno dal passato inquietante, una madre suicida, una baby prostituta che raccoglie dalla strada). Tony Kaye (assente dai nostri schermi da American History X) prende lo script cruentemente vero di Carl Lund (ex docente che parla con cognizione di causa) e lo arroventa con una messa in scena concitata, che si aggancia alla performance eccellente di Brody (sono ottimi però tutti i grandi attori che compaiono, alcuni per pochissimi minuti: James Caan, Lucy Liu, Christina Hendri- cks) ma si lancia in carrelli febbrili, stralci di mockumentary, siparietti animati e segmenti in super 8. L’accumulo di stili rende confuso un film dall’ossatura altrimenti mirabile: lascia un segno urticante, ma perde la sua efficacia.
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