Regia di Tony Kaye vedi scheda film
La prostituta bambina è un classico di quei film made in USA, che intendono denunciare la catastrofe esistenziale delle società attuali. Stessa cosa si dica per il docente esistenzialista, insofferente e disilluso, un po' alla Bukowski, o artista bohemienne, insomma, fuori dagli schemi; fa molto Attimo Fuggente. Anche qui c'è un alunno suicida che dovrebbe fungere da sigillo della lezione morale. Purtroppo, né Giuletta e Romeo, né Amleto hanno cambiato la condizione umana. Forse, è sbagliato il metodo. Il messaggio è troppo detto e lascia poco spazio all'elaborazione personale. Le parole prendono il sopravvento sulle immagini, materia prima di un'opera figurativa, che finiscono per fare da supporto decorativo. Si dice che ì libri aiutano a vivere. Lo contesto. Anche l'editoria è un mercato che va sostenuto. Si tratta di moralismo borghese. Il prof fa tutta una filippica sull'assimilazione ubiqua, che solo nella dimensione virtuale, preconfezionata e soggettiva, di un racconto filmico, può suscitare l'interesse di una comune scolaresca, essendo una pura astrazione razionale. L'angoscia esistenziale narrata come un segno di nobiltà, di profondità d'animo, è un tratto tipico delle società massacrate psicologicamente dalla teologia cristiana: fonte di immagini raccapriccianti a scopo psico-deterrente. Solo nell'aldilà c'è la vera vita, la perfezione, la bellezza e la felicità; il mondo terreno è una valle di lacrime. Infatti, questo film è un diluvio di lacrime. Sembra che tutte le tragedie accadono in quel luogo. Vero è che gli USA sono cultura fondata sul potere risolutivo della violenza armata. Se ci fate caso, nei film made in USA sono sempre in..zzati a bestia, irascibili; non si fanno passare neanche una mosca sotto il naso. Non stupisca che le esplosioni di rabbia siano considerate prove attoriali. La violenza è la soluzione: normale nel paese che è il primo produttore di armamenti al mondo. Le armi costituiscono la cura contro il male assoluto che è rappresentato da chi non si riconosce nei valori della società USA. Il problema non è solo adolescenziale; il problema è collettivo, di tutta la società e, in primis, dela vecchia generazione. Non sono i figli che fanno i genitori, ma sono i genitori a fare i figli per imitazione. Il pesce puzza dalla testa. L'omaggio alla classe docente che deve affrontare una realtà violenta, è un tema borghese, da intellettuali salottieri. Tra l'altro la confligge con il lindore dell'istituto scolastico. La concezione figurativa e i giochi fotografici sono apprezzabili, ma non basta per fare un'opera di valore; che rompa certi schemi razionali, culturali immobili. È un film che indugia nel patetismo: il nonno agonizzante, la prostituta ragazzina, il genio incompreso, la crisi d'identità, la violenza ubiqua. Il troppo stroppia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta