Henry Barthes (Adrien Brody) è un supplente chiamato a insegnare in un liceo frequentato da ragazzi con storie difficili alle spalle e tumultuosi rapporti con i genitori. Con i suoi metodi convincenti, Henry interagisce con gli studenti, dentro e fuori dalle aule, cercando nel poco tempo che ha a disposizione di tramandare loro ciò che lui stesso ha imparato sia grazie ai libri sia tramite le sue esperienze di vita. Concluso l'incarico, Henry viene assegnato a una nuova scuola dove scopre quanto il sistema scolastico pubblico sia decadente e alla deriva per colpa di individui che, anziché essere solidali, impongono delle distanze invalicabili, difficili da superare.
Note
Tony Kaye (assente dai nostri schermi da American History X) prende lo script cruentemente vero di Carl Lund (ex docente che parla con cognizione di causa) e lo arroventa con una messa in scena concitata, che si aggancia alla performance eccellente di Brody (sono ottimi però tutti i grandi attori che compaiono, alcuni per pochissimi minuti: James Caan, Lucy Liu, Christina Hendricks) ma si lancia in carrelli febbrili, stralci di mockumentary, siparietti animati e segmenti in super 8. L’accumulo di stili rende confuso un film dall’ossatura altrimenti mirabile: lascia un segno urticante, ma perde la sua efficacia.
È un film sugli abitanti delle periferie urbane: sui ragazzi sfiduciati del futuro e sprezzanti verso la scuola, sugli adulti indifferenti alla vita dei figli. E anche sugli insegnanti, frustrati e in piena crisi di identità.
L'ho trovato un film pedante, troppo pensato e troppo retorico ed è un peccato, sia per il cast assolutamente di valore, sia perché, come di rado accade, tratta il tema della scuola ponendo in primo piano la psicologia dei docenti e come sfondo quello degli allievi. Tremendamente attuale anche nell'Italia di oggi, purtroppo.
Mi piacciono i film ambientati nelle scuole, soprattutto quelle difficili. E mi piace veder analizzare da una prospettiva "bassa" ( cioè il contrario dell'idealizzazione della figura di un pedagogo che è capace di snocciolare solo pillole di verità e di saggezza) il lavoro di qualcuno che ha quotidianamente a che fare con le difficoltà della vita reale che rendono ancora più complicato far… leggi tutto
Gli studenti di una classe della fatiscente periferia di Chicago hanno difficoltà di apprendimento, ma soprattutto stentano a provare emozioni. Si esprimono solo attraverso un linguaggio crudo e aggressivo, usando la forza impulsiva contro gli oggetti e violentando chi è indifeso.
Poi arriva un supplente di letteratura (Henry Barthes/Adrien Brody) che assomiglia più a un crocerossino:… leggi tutto
La facilità dell’indignazione. Ci vuole grazia per raccontare l’indignazione; e se non grazia, una certa raffinatezza stilistica, o almeno tematica; e se non c’è neanche quella, non resta che l’intenzione, e l’intenzione non fa un film. Casi umani dentro e fuori scuola vengono filmati grossolanamente da Tony Kaye, un’umanità che non sa più cos’è la felicità. Finché la… leggi tutto
Il film – che si apre in esergo con una frase di Albert Camus – è la storia di un professore americano di letteratura, Henry Barthes (Adrien Brody), uomo sulla trentina, che vive da solo, e che sembra aver fatto del distacco emotivo la cifra della sua vita e del suo lavoro.
Questo distacco è la conseguenza di un vissuto non particolarmente…
Henry Barthes inizia un nuovo incarico di supplenze presso una scuola superiore della periferia americana. L’ambiente è molto difficile, l’ostilità degli studenti e la frustrazione dei colleghi rendono il suo compito davvero arduo. Henry però ha un passato duro e questo lo rende capace di resistere alle provocazioni che arrivano dagli studenti e dai colleghi e…
Un bilancio dei miei ultimi 10 anni di cinema. Uno per anno. Quello che ho visto, e qualche volta preferito.
Non che li abbia tutti metabolizzati, e tra i più vecchi (quasi sedimentati) e quelli più…
Complesso concetto filosofico, politico, etico, religioso. Sicuramente impossibile da trattare in modo esaustivo con una playlist sul cinema. Tuttavia vorrei provare ad aprire un dibattito a riguardo. Sarebbe…
E per la seconda volta non sono riuscito a finire di guardare Detachment...Nonostante una bellissima sexy lolita, Adrien Broody e alcuni fotogrammi veramente belli e sicuramente non voluti, come quello con i 2 appoggiati di notte al muro color sangue di piccione, questo film annoia e secondo me non ha nessun valore artistico, solo didattico e per adolescenti come quelli tratteggiati nel film,…
Il regista britannico Kaye mette in scena un film toccante e dai toni molto malinconici: "Detachment".
La pellicola in apertura mostra, usando il bianco e nero in netto contrasto rispetto ai colori vividi del film, dei doc in cui i docenti parlano di loro stessi e dell'insegnamento, al fine di dare maggiore veridicità al messaggio che vuole essere trasmesso. Quindi, veniamo…
Detachment è un’opera la cui visone dovrebbe essere imposta nelle scuole superiori di tutto il globo terrestre. Tony Kaye ci lascia un’amara ma profondissima riflessione su come il processo di formazione scolastico-culturale stia alla base di una solida e resistente comunità civilizzata. Saper pensare, riuscire a rapportare la propria interiorità al contesto che…
A tredici anni di distanza da “American history X”, un film di Tony Kaye giunge nuovamente, e con merito (anche del piccolo distributore Officine Ubu), sui nostri schemi e l’occasione è proficua anche per ricordarci quanto sia bravo Adrien Brody, attore che raramente negli ultimi anni ha partecipato a film degni della sua capacità interpretativa.
Henry Barthes…
ci sei riuscito
Che non sia un Eterno Saluto, ma un Arrivederci, spero.
L'uomo che cammina sui pezzi di vetro dicono ha due anime e un sesso di ramo duro il cuore e una luna e…
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Commenti (3) vedi tutti
È un film sugli abitanti delle periferie urbane: sui ragazzi sfiduciati del futuro e sprezzanti verso la scuola, sugli adulti indifferenti alla vita dei figli. E anche sugli insegnanti, frustrati e in piena crisi di identità.
leggi la recensione completa di laulillaL'ho trovato un film pedante, troppo pensato e troppo retorico ed è un peccato, sia per il cast assolutamente di valore, sia perché, come di rado accade, tratta il tema della scuola ponendo in primo piano la psicologia dei docenti e come sfondo quello degli allievi. Tremendamente attuale anche nell'Italia di oggi, purtroppo.
commento di marco lUn film tosto, ma incredibilmente riuscito. 9
commento di Brady