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Paura su Manhattan

Regia di Abel Ferrara vedi scheda film

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La recensione su Paura su Manhattan

di mm40
4 stelle

Sarebbe ingeneroso liquidare questo Paura su Manhattan dicendo che, così come Nicholas St. John ha scritto la terza sceneggiatura identica, Abel Ferrara ha girato il terzo film identico: e allora saremo pure ingenerosi, ma di certo non tanto lontani dalla verità. Perché rispetto ai precedenti The driller killer e L’angelo della vendetta, la differenza qui è soltanto una: e cioè che il narratore prende le distanze dall’assassino per soccorrere le vittime, in una visione più tradizionale del thriller; un passo avanti, lontano da Taxi driver (e finalmente!), ma la storia non brilla assolutamente per originalità o colpi di scena. E’ soltanto l’ennesimo rimpasto dell’angosciante ritratto di un degrado metropolitano portato al parossismo da delinquenza, brutalità, freddezza nei rapporti, mancanza di comunicazione. Ferrara stavolta ha a disposizione dei nomi di serie A, ma qui nessuno potrebbe fare comunque la differenza: bravi, ma in questo senso superflui, Tom Berenger, Jack Scalia, Melanie Griffith (che raramente indossa qualcosa oltre alle mutande) e Rossano Brazzi; persino le musiche (di Dick Halligan, semisconosciuto) sono di una banalità sconfortante. 4/10.

Sulla trama

Un serial killer si aggira per i vicoli di New York, nottetempo, eliminando prostitute e ballerine dei locali a luci rosse. La polizia brancola nel buio, la mafia comincia a innervosirsi.

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