Regia di Friedrich W. Murnau vedi scheda film
Bisognerebbe essere stati presenti alla prima proiezione il 4 Marzo 1922 presso la Marmorsaal all'interno del Zoologischen Garten Berlin, vestiti in costume Biedermeier come era stato espressamente richiesto agli invitati all'evento, per capire fino in fondo l'impatto di questa pellicola, che andrebbe analizzata calandola nel contesto artistico, sociale ed umano di quel giorno di quasi 100 anni fa. Ma questo non è possibile, nemmeno per il più ferrato storico/critico cinematografico. Ci si deve quindi limitare ad una personale impressione, procedendo in punta di piedi per rispetto nei confronti di questo monumento della storia del cinema. Considerando le ristrettezze economiche con le quali fu girato il film (l'operatore aveva a disposizione solo una macchina da presa, e quindi fu realizzato solo un negativo), il risultato è formidabile, e segna un punto d'arrivo dal quale ripartire per scrivere la storia dei film horror, e non solo. Le inquadrature iconiche si sprecano, le interpretazioni degli attori, considerando gli standard dell'epoca, sono ottime, guidati come erano da Murnau che usava il metronomo per dirigerli, e ottime pure le scenografie urbane, in particolare quelle di Wismar e Lubeck. L'unico appunto che chi scrive si sente di muovere nei confronti dei responsabili delle scelte in merito al restauro della pellicola, è che cambiando la dominante praticamente ad ogni cambio di scena, si ottiene l'effetto deleterio, soprattutto quando sono presenti le dominanti verdi e viola, di un aumento eccessivo del contrasto e di una conseguente perdita di definizione. Meglio sarebbe stato mantenere per tutto il film la dominante seppia presente nelle scene della partenza di Hutter per i Carpazi, una soluzione cromatica che sposa perfettamente l'estetica con la ricchezza di dettagli.
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