Regia di Friedrich W. Murnau vedi scheda film
Impressioni litografiche frammiste a paesaggi e interni da porcellane di Limoges, per un film che vibra dell'espressività di una natura vitale, inquieta, sensibile e misteriosa. Rispetto ad essa, l'uomo appare imbelle e ingenuo, incantato dall'amore e dalla prosperità, e cieco e incredulo di fronte al potere invasivo e subdolo del male. Un film dalla plasticità pregnante, in cui ogni scena è un calco di vita, un'impronta di emozione. Un documento di cinematografia purissima, in cui l'arte e l'estetica sono tutt'uno con la narrazione, e le suggestioni della fotografia sono inscindibili dalle sfumature del dramma. Indimenticabile.
Nosferatu è l'incarnazione animalesca del male in tutte le sue forme: la follia, la malattia, il crimine e la morte. La sua figura, con quegli occhi cupidi e sgranati, gli artigli lunghissimi e protési, e la bocca semiaperta sui denti acuminati, è l'icona marmorea del truce predatore, che desidera, ghermisce e sbrana. Potrà vincerlo solo il bene dell'amore che, col candore e con il sacrificio, riesce, alla fine, a sedurre più del male. Una romantica poesia, in cui il languore del sentimento va a braccetto col rigore della scienza, per celebrare insieme l'unica, grandiosa prerogativa che distingua l'essere umano all'interno del creato.
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