Regia di Martin Ritt vedi scheda film
Probabilmente, la risposta a stelle e strisce de "La classe operaia va in paradiso". Qui, però, manca la forza grottesca del film di Petri. E manca anche la chiassosità dei macchinari, pur illustrandoci le dure condizioni di vita alla quale sono sottoposti gli operai di una fabbrica tessile, dove lavora anche Norma Rae (Sally Field). Donna dal passato burrascoso, dovuto, più che altro, ad una sua voglia di indipendenza; in un periodo come questo, dove spesso si parla di patriarcato, tale film dovrebbe essere proiettato nelle scuole. Tale fabbrica si trova nel profondo Sud degli Stati Uniti, dove gli unici valori sono quelli della famiglia e del lavoro. Un giorno arriva, da New York, un sindacalista ebreo (e solo per questo, viene malvisto dalla popolazione) il quale, ha intenzione di ridare ai lavoratori i propri diritti. E troverà, proprio in Norma, il pesce da far abboccare, come dirà lui nel film. Forse, in questo, il film è un pò didascalico; la vita c'è solo a New York, non nel Sud. Dove regna il razzismo. Però, c'è poca retorica. E questo è un punto a favore. Chiaramente, è Sally Field a portarsi addosso tutto il peso film (premio per l'interpretazione a Cannes, Golden Globe e Oscar). Ma anche il cast di contorno è ben diretto. Da riscoprire.
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