Regia di Lech Majewski vedi scheda film
Le grandi rappresentazioni collettive di Bruegel sono un concentrato di storie sospese in un fermo immagine. Lech Majewski ha scelto La salita al calvario (impressionato dall'analisi che ne ha fatto il critico Michael Francis Gibson in The Mill and the Cross) e ha rimesso in moto la ruota del tempo – la ruota del mulino che domina il quadro - mostrando ciò che precede e ciò che segue quel grandioso fermo immagine. Ma l'ha fatto senza uscire dalla cornice, rimanendo completamente dentro il mondo pittorico di Bruegel e la poesia visiva della pittura fiamminga. La sua infatti non è una storia ispirata alla tavola di Bruegel, ma una sua reinterpretazione (come conferma il finale in cui la macchina da presa si allontana lentamente dal quadro nel museo di Vienna). Il regista vi entra mettendo in scena frammenti di storie con la qualità visiva di un pittore fiammingo e con quell'attenzione quasi iperrealistica ai particolari della vita quotidiana che era tipica di Bruegel. Fa vedere gli interni che non vediamo, con lame di luce che tagliano il buio; e mostra gli esterni soffusi di un'aria eterea e luminosa, ricreando col computer la visione “multifocale” del quadro, dove le figure in campo lungo hanno la stessa definizione di quelle in primo piano.
Nella storia c'è lo stesso Bruegel, che ci aiuta a capire (a volte con un tono troppo apertamente didascalico) la struttura del quadro: è come la tela di un ragno, spiega, che dispone i suoi fili attorno a un piccolo punto centrale dove c'è l'evento fondamentale, il quale però passa quasi inosservato tra la grande folla di personaggi che animano la tavola.
L'originalità del film - la scelta di (re)interpretare quest'opera di Bruegel invece che di romanzarla - è anche il suo difetto dal punto di vista cinematografico: alla fine, nonostante i momenti di sorprendente e raffinata eleganza visiva, manca la forza e la coerenza narrativa, e i vari momenti anche emotivamente intensi rimangono squarci lirici isolati o poco più di splendidi tableau vivant.
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