Trama
Nel 1564, il pittore fiammingo Pieter Bruegel (Rutger Hauer) ha in mente di dipingere il Calvario di Cristo per trasfigurare in chiave allegorica e filosofica la realtà politica del suo Paese, appena occupato dalle milizie spagnole. Dall'osservazione casuale di un ragno e della sua tela, si muove dalla figura del Cristo come punto di ancoraggio per l'intera opera, mentre gli altri personaggi - a partire dalla Vergine Maria (Charlotte Rampling) - saranno ispirati dagli incontri che fa quotidianamente e dai racconti della gente del posto, chiamata a posare per l'opera. A scrutare da lontano e dall'alto ogni passo della realizzazione del quadro vi è un mugnaio, il cui mulino sorge su una torre in pietra che domina tutta la valle.
Approfondimento
STORIA DELL'ARTE
Lo storico d'arte belga americano Michael F. Gibson nel 2005 pubblica il saggio Il mulino e la Croce, in cui analizza La salita al Calvario del pittore fiammingo Bruegel. Memore della visionarietà pittorica del regista e artista plastico Lech Majewski, scoperto dopo aver visto il suo film d'esordio, gli invia una copia del suo lavoro. Di fronte alla dimensione immane del lavoro di Gibson, Majewski non resiste alla tentazione di trarne un adattamento cinematografico in cui mette in scena il contesto sociopolitico in cui è immerso Bruegel proprio mentre realizza il suo celebre dipinto.
La salita al calvario è un olio su tela dipinto nel 1564, ricco di oltre 500 personaggi, alcuni dei quali con dimensioni millimetriche. Dipingendolo qualche anno prima della rivolta dei nobili fiamminghi contro lo strapotere degli spagnoli, Bruegel nasconde il Cristo affossandolo sotto il peso della croce e nel mezzo di una folla che, avanzando verso il luogo dell'esecuzione, scherza, litiga o conversa come se si stesse recando a uno di quegli spettacoli messi in scena negli anfiteatri romani per torturare i martiri cristiani.
A sinistra, il pittore delinea una Gerusalemme fiammeggiante mentre a destra lo spazio viene lasciato al monte Golgota. In mezzo, si trova una roccia sormontata da un mulino a vento, con una ruota che domina la scena e il cui significato rimane oscuro a tutti. Si tratta forse di un'allusione alla situazione di caos in cui versano i Paesi Bassi? Questa è una delle domande che si sono posti prima Gibson nel suo libro e dopo Malewski, con questo film.
UNA VISITA GUIDATA ALL'INTERNO DEL QUADRO
Il perché il pittore abbia nascosto la figura centrale del Cristo in mezzo a una folla di contadini e abbia dato in un paesaggio rinascimentale notevole importanza a un mulino arroccato su una roccia, i motivi per cui i membri dell'esercito che accompagnano la processione abbiano uniformi rosse e che cosa voglia rappresentare lo stile arcaico con cui Bruegel tratteggia i personaggi femminili sono questioni che evidenziano come passato e futuro, vita e morte, destino e libertà convivano all'interno dello stesso contesto. All'interno del dipinto è possibile godere, con una lente di ingrandimento, di mille disegni e aneddoti tutti della stessa importanza e il Bruegel ha colto l'occasione per trasformare la storia del Messia in una condanna politica per le atrocità spagnole che Majewski approfondisce in una sorta di tour che, annullando i confini spazio-temporali, proietta lo spettatore all'interno della dimensione storica del tempo.
Combinando immagini analogiche e sintesi tridimensionali, il film restituisce anche elementi che il quadro stesso sembra celare ai suoi visitatori del Kunsthistorisches Museum di Vienna, tanto che ad esempio lo stesso Gibson ha scoperto grazie alla pellicola come le diverse prospettive che strutturano la composizione del dipinto siano legate al numero sette. Majewski, dal dipinto, ha estratto una dozzina di personaggi e ha dato loro vita per un'intera giornata, ricollegandosi al principio delle tavole viventi, reso possibile grazie alle più avanzate tecniche digitali e agli effetti 3D che massimizzano il risultato ottenuto. Rinnovando il concetto di cinema d'arte, il regista invita gli spettatori ad una speciale visita guidata in cui gli attori, che interpretano i personaggi del dipinto, diventano un tutt'uno che ha senso solo all'interno del dipinto stesso. Per riuscirci, durante i tre anni di realizzazione, ha proceduto in tre modi. Ha ripreso dapprima gli attori con alle spalle un anonimo sfondo blu, ha poi effettuato delle riprese di esterni in Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Nuova Zelanda, in paesaggi scelti per la loro somiglianza a quelli dei dipinti di Bruegel. Infine, ha unito i girati ed è come se avesse ridipinto una nuova versione del quadro, svelando per la prima volta ciò che Bruegel aveva in mente in quel momento.
Note
I colori della passione 3D rilegge e rivivifica Bruegel: preservandone i volti e i luoghi, il rapporto tra mondano e sacro, i toni grotteschi e gli umori satirici, facendosi efficace opera didattica e straordinaria esperienza immersiva, atto di simbolico restauro e sperimentazione tecnologica. «Il cinema è un’arte troppo importante per lasciarla ai narratori di storie» diceva Greenaway. Majewski, fortunatamente, la pensa come lui.
Trailer
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Commenti (1) vedi tutti
Originale sperimentazione pinaco-cinematografica che riproduce, come in una serie di tableux vivants, ispirazione,progettazione e realizzazione della famosa opera di Bruegel il Vecchio. Dominazione politica,pratica apologetica e libertà artistica.Può l'arte sopravvivere alla fine dei tempi?
commento di maurizio73