Regia di Jonah Loop vedi scheda film
Esperti di combattimento vengono rapiti e costretti a combattere fino alla morte in arene virtuali al solo scopo di divertire e far scommettere clandestinamente gli spettatori virtuali. Pensando al solito film basato esclusivamente su diversi attori specializzati nella propria tecnica di morte intenti a combattere e ad adattarsi in ambientazioni sempre diverse si cade in parziale errore. Le ambientazioni virtuali sono mal sfruttate e non hanno alcun fine pratico, i combattenti sono in realtà uno/due mentre gli altri sono solo fugaci apparizioni e di tecniche di combattimento non se ne vedono. Perchè il vero "argomento" è la rabbia-odio-sensi di colpa del protagonista, pessima idea vista la scarsa espressività dell'attorone. A declassare la pellicola verso l'infimo ci pensano poi le performance recitative del sequestratore e del duo lesbo orientale unito alla fintissima plancia di regia dalla quale si eleva il "trono" del capo. Si sente il dolore, ma solo attraverso le ferite e cicatrici eccessive del nostro eroe mentre le diverse scene di nudo femminile (anche se non eccitanti) faranno contento il pubblico maschile. Solo il finale conferisce un senso al tutto!
Non conosce mezze misure Samuel, o pellicole cult e chic. Cerca di creare un personaggio stile Octopus di Spirt ma il tentativo fallisce perchè poco "estremo". Quasi fastidioso vederlo barcamenarsi (solo per soldi e sesso ...) in un set da telefilm.
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